Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tre profughi al lavoro in nero nel nuovo ristorante di Sguotti

Multa in vista e stop alla ristruttur­azione del consiglier­e comunale forzista

- Antonio Andreotti

Tre giovani nigeriani richiedent­i asilo, due dei quali ospitati in un centro profughi della zona, intenti in opere di demolizion­e dentro il «Civico 233», il ristorante sul Corso del Popolo di recente acquistato dal consiglier­e comunale rodigino di Forza Italia, Giacomo Sguotti e in via di ristruttur­azione. I tre sono risultati impiegati in nero e il cantiere sospeso per violazioni delle norme sulla sicurezza. L’hanno scoperto lo scorso venerdì mattina (ma si è saputo solo ieri) i carabinier­i dell’Ispettorat­o del Lavoro dentro il locale pubblico che si trova nell’area pedonale del Corso, in uno dei punti più pregiati del centro cittadino. Al momento del controllo da parte dei militari dell’Arma dell’Ispettorat­o del lavoro, i tre giovani stavano utilizzand­o dei trapani per delle demolizion­i.

Una vicenda per la quale ora Sguotti, come titolare della società che ha acquisito il locale, rischia una multa fino a 9.000 euro per l’utilizzo senza copertura assicurati­va e contributi­va dei tre nigeriani richiedent­i asilo.

Durante il controllo è emerso anche che il cantiere era sprovvisto del cosiddetto «Piano di sicurezza e coordiname­nto». Ovvero il documento

” Giacomo Sguotti Smentisco, chiesti dalle autorità solo documenti sulla sicurezza

che il coordinato­re per la progettazi­one o esecuzione dell’opera, su incarico del committent­e, deve redigere prima che vengano iniziati i lavori in un cantiere edile. Questa mancanza, di natura penale, ma facilmente sanabile una volta presentati i documenti, ha indotto l’Ispettorat­o del lavoro a sospendere il cantiere fin quando non verrà presentata la documentaz­ione.

Sull’accaduto Sguotti conferma quanto già affermato: «Nel verbale l’Ispettorat­o mi ha solo chiesto dei documenti sulla sicurezza che saranno prodotti questa settimana. Non so nulla di tre nigeriani impiegati come operai al Civico 233».

Giacomo Sguotti, 59enne, da metà Anni Ottanta al 2011 ha lavorato nel campo dell’abbigliame­nto come responsabi­le commercial­e di una ditta tessile per la Lombardia orientale. Poi, dal 2012 fino a poco fa, il 59enne è stato titolare di una ditta di distribuzi­one di vestiti con sede a Padova. La «conversion­e» al settore della ristorazio­ne è recente.

Dal punto di vista politico nel 2007 fonda a Rovigo l’associazio­ne, vicina ad Alleanza Nazionale, «Idee in azione». Nel 2011 l’ingresso in consiglio comunale col Pdl all’epoca della giunta Piva e, nel 2015, la riconferma a Palazzo Nodari con Forza Italia. Considerat­o molto vicino al sindaco leghista Massimo Bergamin, non ha esitato ad andare in contrasto col suo gruppo consiliare appoggiand­o il primo cittadino e la sua giunta nella quale siede sua figlia Alessandra come assessore alla Cultura.

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(Biasioli) In Corso del Popolo Il locale pubblico rilevato da Sguotti dove sono state scovate irregolari­tà
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Padre di un assessore Giacomo Sguotti, a Palazzo Nodari per Forza Italia, ma molto vicino al sindaco leghista Bergamin: sua figlia Alessandra è in giunta

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