Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tre profughi al lavoro in nero nel nuovo ristorante di Sguotti
Multa in vista e stop alla ristrutturazione del consigliere comunale forzista
Tre giovani nigeriani richiedenti asilo, due dei quali ospitati in un centro profughi della zona, intenti in opere di demolizione dentro il «Civico 233», il ristorante sul Corso del Popolo di recente acquistato dal consigliere comunale rodigino di Forza Italia, Giacomo Sguotti e in via di ristrutturazione. I tre sono risultati impiegati in nero e il cantiere sospeso per violazioni delle norme sulla sicurezza. L’hanno scoperto lo scorso venerdì mattina (ma si è saputo solo ieri) i carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro dentro il locale pubblico che si trova nell’area pedonale del Corso, in uno dei punti più pregiati del centro cittadino. Al momento del controllo da parte dei militari dell’Arma dell’Ispettorato del lavoro, i tre giovani stavano utilizzando dei trapani per delle demolizioni.
Una vicenda per la quale ora Sguotti, come titolare della società che ha acquisito il locale, rischia una multa fino a 9.000 euro per l’utilizzo senza copertura assicurativa e contributiva dei tre nigeriani richiedenti asilo.
Durante il controllo è emerso anche che il cantiere era sprovvisto del cosiddetto «Piano di sicurezza e coordinamento». Ovvero il documento
” Giacomo Sguotti Smentisco, chiesti dalle autorità solo documenti sulla sicurezza
che il coordinatore per la progettazione o esecuzione dell’opera, su incarico del committente, deve redigere prima che vengano iniziati i lavori in un cantiere edile. Questa mancanza, di natura penale, ma facilmente sanabile una volta presentati i documenti, ha indotto l’Ispettorato del lavoro a sospendere il cantiere fin quando non verrà presentata la documentazione.
Sull’accaduto Sguotti conferma quanto già affermato: «Nel verbale l’Ispettorato mi ha solo chiesto dei documenti sulla sicurezza che saranno prodotti questa settimana. Non so nulla di tre nigeriani impiegati come operai al Civico 233».
Giacomo Sguotti, 59enne, da metà Anni Ottanta al 2011 ha lavorato nel campo dell’abbigliamento come responsabile commerciale di una ditta tessile per la Lombardia orientale. Poi, dal 2012 fino a poco fa, il 59enne è stato titolare di una ditta di distribuzione di vestiti con sede a Padova. La «conversione» al settore della ristorazione è recente.
Dal punto di vista politico nel 2007 fonda a Rovigo l’associazione, vicina ad Alleanza Nazionale, «Idee in azione». Nel 2011 l’ingresso in consiglio comunale col Pdl all’epoca della giunta Piva e, nel 2015, la riconferma a Palazzo Nodari con Forza Italia. Considerato molto vicino al sindaco leghista Massimo Bergamin, non ha esitato ad andare in contrasto col suo gruppo consiliare appoggiando il primo cittadino e la sua giunta nella quale siede sua figlia Alessandra come assessore alla Cultura.