Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Miracolo Lantech, il quarto titolo delle pallanuoti­ste «di terra»

La «star» Barzon (che nella vita fa la designer): «Noi, la mosca bianca»

- D. C.

Quarto titolo consecutiv­o, una favola che prosegue e che aggiunge, a sorpresa, un altro bellissimo capitolo. La Lantech Plebiscito Padova è campione d’Italia di pallanuoto femminile. Un dominio incontrast­ato su tutti i fronti che, stavolta, però, ha portato un risultato a sorpresa, visto che il Setterosa di Stefano Posterivo non partiva con i favori del pronostico. Catania, infatti, aveva condotto una campagna acquisti faraonica, aveva vinto la regular season e si presentava all’appuntamen­to con la finale con il vento in poppa. Il successo ai rigori strappato con le unghie e con i denti da Padova, è di quelli che rimarranno scolpiti su pietra, l’ennesima conferma della bontà del lavoro compiuto dal patron Lino Barbiero e da tutto il suo staff. Come rimarrà scolpito su pietra il nome di Laura Barzon, 26 anni, attaccante della Lantech, che, con quest’ultimo, raggiunge il record di ben dodici titoli fra settore giovanile e prima squadra.

È stata la vittoria più bella? «Direi proprio di sì, perché l’Equipe Orizzonte aveva speso tantissimo per vincere questo campionato, acquistand­o il portiere della Nazionale americana Johnson e Bianconi, tanto per fare due nomi. Ma noi siamo andati oltre, perché quando vinci per quattro anni di fila, è chiaro che la cosa più difficile è quella di continuare a stare in alto. È una questione di testa».

Lei è una delle tre rappresent­anti di una famiglia, quella Barzon, che ha fatto tantissimo per la pallanuoto padovana.

«Mio padre Andrea ha dovuto abbandonar­e la carica di direttore sportivo per motivi personali, ma è sempre dietro le quinte a dare una mano alla nostra colonna portante, al nostro presidente Lino Barbiero, senza il quale tutto questo non esisterebb­e. Mio fratello Filippo era il team manager della squadra e quest’anno è diventato il direttore sportivo. Direi che ha esordito bene!».

Padova non è neppure una città di mare, a differenza di Messina e Catania, tanto per fare due esempi di squadre con grande tradizione. Per non parlare di Bogliasco...

«È vero, siamo in tutto e per tutto un’anomalia, all’interno del panorama nazionale, ma anche di quello veneto. Bisogna essere oneste e dire che il livello della pallanuoto nella nostra regione è molto modesto, noi siamo mosche bianche».

Merito di chi?

«Del nostro presidente visionario Lino Barbiero, di Stefano Posterivo, un allenatore che ha portato la cultura del lavoro e della vittoria. Di noi tutte e della politica che ha puntato su giocatrici del territorio, con qualche innesto esterno di qualità».

È vero che ha fatto pure l’allenatric­e?

«Per questa società farei tutto e infatti sto guidando anche una formazione giovanile. L’allenatric­e è in maternità, serviva qualcuna che la sostituiss­e e io non ho esitato a dire sì, anche se costa molta fatica».

Nella vita di tutti i giorni Laura Barzon che fa?

«Faccio la designer grafica industrial­e e ho messo in piedi alcuni progetti da libera profession­ista. Il tempo è sempre tiranno, ma la volontà e al determinaz­ione non mi mancano. Come del resto alle mie compagne e lo abbiamo dimostrato in vasca, no?».

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