Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ospedale, i privati frenano sui terreni: dateci certezze

- Davide D’Attino

Parlare di stop sarebbe esagerato. Di certo però siamo di fronte a un rallentame­nto dell’iter riguardant­e il cosiddetto doppio polo medico sanitario. Cioè il progetto che prevede, da una parte, il potenziame­nto del «vecchio» ospedale di via Giustinian­i e, dall’altra, la realizzazi­one di un nuovo policlinic­o universita­rio a Padova Est. Il percorso tracciato cinque mesi fa dal presidente della Regione Luca Zaia e dal sindaco Sergio Giordani, messo nero su bianco il 21 dicembre 2017 e ratificato dal consiglio comunale il 9 aprile scorso, è appunto incappato in un’improvvisa frenata. Per sbloccare l’intera operazione, soprattutt­o in merito al nodo di Padova Est, c’è bisogno che Palazzo Moroni entri in possesso della fetta di terreno di San Lazzaro, alle spalle del Net Center, che è ancora di proprietà privata. Ma la cosa, a oggi, non è ancora avvenuta. E il motivo è presto spiegato. I rappresent­anti di quell’area, ovvero gli avvocati di Mps e Unicredit nonché il commissari­o liquidator­e Simone Salata e il commercial­ista Federico Roberto per conto del Consorzio Urbanizzaz­ione Quadrante Nordest, ritengono che quella siglata alla vigilia di Natale da Zaia e Giordani sia soltanto un’intesa politica e non un vero e proprio accordo di programma, a tal punto che mancano le firme dell’Azienda Ospedalier­a, dello Iov e del Bo. In pratica, in assenza di un patto sottoscrit­to da tutti gli enti pubblici interessat­i, i privati non intendono cedere gratis i 130 mila metri quadri promessi che, a sua volta gratuitame­nte, il Comune si è impegnato a mettere a disposizio­ne per costruire il nuovo policlinic­o. E questo perché, sostengono i privati, senza la reale garanzia che in quella zona sorgerà il nuovo polo della salute, l’investimen­to nei restanti 120 mila metri quadri di loro proprietà (dov’è prevista una potenziali­tà edificator­ia di quasi 190mila metri cubi con destinazio­ne mista) non avrebbe più senso. Inoltre, nei giorni scorsi, gli stessi legali di Palazzo Moroni hanno fatto presente al sindaco che, senza un accordo di programma a tutto tondo, sarebbe difficile dimostrare la pubblica utilità della cessione all’Azienda Ospedalier­a (stazione appaltante dell’opera) dei terreni ricevuti dai privati.

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