Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fatture gonfiate per le corse di Formula 1, arrestato consulente
Pagavano a un intermediario padovano residente a Londra importi cospicui giustificati come spese di sponsorizzazione delle corse della Formula uno, ma quei soldi, anziché finire nelle gare delle auto, rientravano in larga parte nelle tasche delle imprese in nero, e il resto veniva trattenuto dall’intermediario. Quest’ultimo si chiama Davide Castello, ha 45 anni, è nato ed è cresciuto a Monselice, ma ora è residente a Londra, dove lavora.
Castello è stato arrestato ieri dalla Guardia di Finanza di Milano su ordine della procura lombarda, perché sospettato di essere ai vertici dell’organizzazione criminale che ha consentito di evadere il fisco alle aziende registrate in Italia per circa 50 milioni di euro, nonché di aver architettato un articolato sistema di riciclaggio internazionale. Notevole era il guadagno delle aziende con il meccanismo delle fatture pagate che poi rientravano: da un lato abbattevano l’imponibile (gli anni contestati vanno dal 2012 al 2016) con le fittizie spese sostenute per le sponsorizzazioni, dall’altro, a stretto giro, rientravano in possesso di una notevole liquidità. Oltre a Castello, iscritto all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero e da anniresidente a Londra, arrestato nel corso di una visita ai genitori nella Bassa padovana e ora detenuto al Due Palazzi, ci sono almeno una decina di indagati.
Le ricostruzioni contabili e bancarie svolte dalle Fiamme gialle hanno permesso di accertare un sistema di sovrafatturazione pari a oltre l’80% dell’importo indicato nelle fatture fittizie. Sul versante finanziario, lo schema prevedeva l’integrale pagamento della fattura falsa, a cura dell’impresa beneficiaria, con un bonifico bancario addebitato sul proprio conto aziendale. Successivamente tali disponibilità finanziarie erano trasferite su rapporti bancari inglesi, intestati a imprese con sede a Londra e amministrate dal consulente finanziario che, per ostacolare l’identificazione delle somme, provvedeva a trasferirle poi su conti correnti intestati a società con sede