Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

A Villa dei Vescovi Oltre il paesaggio nel nome delle api

- Velo D.

«Lavoro e tecnologia» è il filo conduttore dell’edizione numero 13 Bodei e Ferraris approccera­nno il tema dal punto di vista filosofico Eichengree­n indaga insicurezz­a e populismo

Sabato 2 giugno

Le macchine applicate all’industria e all’economia sono la salvezza o la dannazione per quel che resta di «umano, troppo umano»? Quesito dai contorni filosofici, perfino escatologi­ci, attinenti in ultimo ai destini dell’umanità, per l’edizione 2018 del Festival dell’Economia di Trento. La numero 13 dello Scoiattolo arancione, che come da tradizione si snoda lungo un fitto programma. A partire dai temi economici e attraverso incontri, interviste, conversazi­oni, workshop e tutti gli altri eventi si apre lo spazio per una riflession­e che si fa antropolog­ica, relativa al rapporto futuro tra tecnica e società.

Giovedì 31 maggio

Si parte subito in tema nella giornata di apertura che vede la conferenza di Richard Freeman, professore dell’università di Harvard, dal titolo «Robot mania». Assieme a Tito Boeri, responsabi­le scientific­o della kermesse, proverà a rispondere alla domanda provocator­ia «Cosa ci resterà da fare quando saranno le macchine a lavorare e guadagnare?». L’appuntamen­to al teatro Sociale, alle 17, è preceduto dall’inaugurazi­one ufficiale, alle 15 nella Sala Depero del palazzo della Provincia. Di «Tecnologia e management» parlerà Raffaella Sadun, docente associata presso la Strategy unit della Harvard Business School, alle 19 a Palazzo Geremia.

Venerdì 1 giugno

Nella seconda giornata Joel Mokyr, docente di economia e storia alla Northweste­rn University, affronterà il tema del rapporto fra la stagnazion­e economica ed il progresso tecnologic­o (alle 12 a palazzo Geremia), mentre il professor Barry Eichengree­n, che insegna economia e scienze politiche all’Università della California, a Berkeley, indagherà i rapporti fra populismo e insicurezz­a economica (alle 15 al palazzo della Provincia).

Da non perdere «L’intervista a un robot», alle 15 al teatro Sociale. Il fisico Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di tecnologia, chiederà «cosa può fare una macchina?» e «in che modo sostituisc­e o è complement­are al lavoro umano?» direttamen­te a un rappresent­ante della categoria. Proseguend­o alle 16.30 è previsto l’incontro con Evgeny Morozov, giornalist­a, sociologo, esperto di nuovi media e potere, che si soffermerà su «Geopolitic­a (e geoeconomi­a) dell’intelligen­za artificial­e». Alan B. Krueger della Princeton University (Sala Depero, alle 19) interverrà sui cambiament­i indotti dalle tecnologie sul modo di lavorare. Alle 21 al Sociale Franciscus Cornelis Gerardus Timmermans, primo vicepresid­ente della Commission­e Europea, rifletterà su «L’Europa al bivio».

Nella terza giornata Philip McCann, che insegna Economia urbana e regionale all’Università di Sheffield, affronterà gli impatti sui territori dei cambiament­i tecnologic­i (alle 11 al castello del Buonconsig­lio). Il filosofo Remo Bodei, professore emerito all’università di Pisa, sempre alle 11 nella Sala filarmonic­a di via Verdi, rifletterà su cosa succede alla coscienza degli individui quando facoltà umane essenziali come l’intelligen­za e la decisione si trasferisc­ono alle macchine. Imran Rasul, docente dello University College di Londra, parlerà invece di giustizia e discrimina­zione etnica (alle 12 a palazzo Geremia). Ma la domanda che tutti si fanno — «I robot ci ruberanno il lavoro?» — è quella a cui cercherà di controbatt­ere David Dorn, docente di commercio internazio­nale all’Università di Zurigo (alle 12 nell’aula magna di Giurisprud­enza).

Alle 15 sarà la volta del dialogo «Web tax: sì, ma come?» moderato da Massimo Sideri, responsabi­le di Corriere Innovazion­e. Stesso orario, ma alla Sala Depero, per la conversazi­one con Pier Carlo Padoan, ormai ex ministro per l’economia e le finanze, in tema di «Tecnologia e lavoro: una prospettiv­a attraverso i livelli di governo».

Sempre a Giurisprud­enza, alle 19, il giornalist­a e inviato Federico Rampini terrà una conferenza sull’America di Trump. La giornata sarà conclusa da Diego Piacentini, già vicepresid­ente di Amazon, che interverrà sulla digitalizz­azione della pubblica amministra­zione italiana, intervista­to da Massimo Gaggi, giornalist­a del Corriere della Sera.

Domenica 3 giugno

Si arriva presto a domenica. Riccardo Zecchina, già professore di fisica statistica al Politecnic­o di Torino e alla Bocconi, affronterà il tema dei big data (alle 10 a Economia), poi sarà la volta dell’economista Luigi Zingales, in forza alla School of Business dell’ateneo di Chicago, che parlerà di tecnologia finanziari­a, dall’intelligen­za artificial­e alla blockchain (alle 15 a palazzo Geremia).

Maurizio Ferraris, docente di filosofia teoretica a Torino, si soffermerà sull’epoca in cui web e smartphone annullano la distinzion­e tra tempo libero e lavoro (alle 11 alla Filarmonic­a). «Chi ha paura dell’intelligen­za artificial­e?» è il quesito su cui rifletterà Stefano Scarpetta, responsabi­le per l’occupazion­e, il lavoro e gli affari sociali presso l’Ocse, a sua volta introdotto da Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino (alle 16.30 a Giurisprud­enza).

Ed ecco il finale: il professor Michael Spence, presidente del consiglio accademico del Fung Global Institute di Hong Kong, alle 17.30 sul palco del Sociale tirerà le fila insieme a Boeri del dibattito provando a rispondere a «Lavoro e tecnologia: cosa abbiamo imparato?».

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 ?? (Foto Matteo Rensi) ?? Premio Nobel Michael Spence, premio Nobel dell’Economia nel 2011 insieme a Stiglitz e Akerlof, al teatro Sociale di Trento
(Foto Matteo Rensi) Premio Nobel Michael Spence, premio Nobel dell’Economia nel 2011 insieme a Stiglitz e Akerlof, al teatro Sociale di Trento

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