Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Autista lucido, spunta l’ipotesi del telefonino
È indagato per omicidio stradale, il camionista che martedì ha travolto le auto in coda lungo la A31 spingendole a 30 metri di distanza. Dai primi rilievi, non ci sono tracce di frenata. Resta quindi da chiarire perché. «Era lucido e non superava i limiti di velocità» racconta un investigatore. Nessuna traccia di alcol nel sangue. «Non usavo il cellulare» avrebbe detto l’uomo, un cinquantenne di Trecastelli (Ancona). Ma la polstrada di Badia Polesine chiederà i tabulati telefonici. (b.c.)
«Il fuoco si è propagato a una velocità impressionante. Urlavo agli altri automobilisti “datemi un estintore, bisogna tirarli fuori!”. Qualcuno mi rispondeva che ero pazzo, che era impossibile estrarli. Ma vedevo le fiamme che crescevano e mi sentivo impotente. È stato orribile».
I filmati mostrano le vetture in fiamme: nessuno avrebbe potuto avvicinarsi...
«Lo so, ma io guardavo quell’uomo in auto e lui non si muoveva e nessuno lo tirava fuori e si sentivano i botti degli pneumatici che scoppiavano uno dopo l’altro... È arrivato un signore, credo fosse un poliziotto, mi ha ordinato di allontanarmi. Pioveva, tremavo. Un carabiniere si è avvicinato e mi ha posato la sua giacca sulle spalle».
Si è fatto un’idea del perché il tir non abbia frenato?
«Continuo a chiedermelo ma non ho una risposta. Mi dispiace: questa esperienza ha cambiato per sempre la sua vita. Respira ancora, ma sono convinto che una parte di lui sia morta assieme a quella ragazzina e alle altre due vittime».