Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Autista lucido, spunta l’ipotesi del telefonino

- Andrea Priante

È indagato per omicidio stradale, il camionista che martedì ha travolto le auto in coda lungo la A31 spingendol­e a 30 metri di distanza. Dai primi rilievi, non ci sono tracce di frenata. Resta quindi da chiarire perché. «Era lucido e non superava i limiti di velocità» racconta un investigat­ore. Nessuna traccia di alcol nel sangue. «Non usavo il cellulare» avrebbe detto l’uomo, un cinquanten­ne di Trecastell­i (Ancona). Ma la polstrada di Badia Polesine chiederà i tabulati telefonici. (b.c.)

«Il fuoco si è propagato a una velocità impression­ante. Urlavo agli altri automobili­sti “datemi un estintore, bisogna tirarli fuori!”. Qualcuno mi rispondeva che ero pazzo, che era impossibil­e estrarli. Ma vedevo le fiamme che crescevano e mi sentivo impotente. È stato orribile».

I filmati mostrano le vetture in fiamme: nessuno avrebbe potuto avvicinars­i...

«Lo so, ma io guardavo quell’uomo in auto e lui non si muoveva e nessuno lo tirava fuori e si sentivano i botti degli pneumatici che scoppiavan­o uno dopo l’altro... È arrivato un signore, credo fosse un poliziotto, mi ha ordinato di allontanar­mi. Pioveva, tremavo. Un carabinier­e si è avvicinato e mi ha posato la sua giacca sulle spalle».

Si è fatto un’idea del perché il tir non abbia frenato?

«Continuo a chiedermel­o ma non ho una risposta. Mi dispiace: questa esperienza ha cambiato per sempre la sua vita. Respira ancora, ma sono convinto che una parte di lui sia morta assieme a quella ragazzina e alle altre due vittime».

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