Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lavoro e tecnologia
TECNICA E VITA UMANA UN RAPPORTO CHE DIVIDE
Il dibattito sulla tecnica, e le sue applicazioni tecnologiche, ha conosciuto a fine Ottocento e soprattutto nel Novecento una decisa affermazione. I due conflitti mondiali hanno marcato paradossalmente un’accelerazione nella centralità della tecnica come crocevia di sviluppo dell’Occidente. La filosofia, poi, l’ha elevata a paradigma politico, polarizzandosi tra chi vi ha scorto la scia luminosa del progresso e chi, viceversa, un meccanismo di alienazione che nel mercato del lavoro si è tradotto nell’assoggettamento dell’uomo alla macchina. Il giudizio tende dunque a divaricarsi, rendendo complicato destreggiarsi nella selva di implicazioni che la tecnica produce. La categoria dell’ambivalenza, perciò, è quella che più concretamente definisce le sue molteplici espressioni. E da qui sembra voler muovere la tredicesima edizione del Festival dell’Economia di Trento, alla ricerca non tanto di una sentenza definitiva — negata dal suo carattere doppio — ma quanto piuttosto di una nuova bussola interpretativa per valutare l’eticità dell’incedere tecnologico.
Il tema si intreccia anche con il cinquantennale del Sessantotto, di cui l’università di Trento fu uno degli epicentri, che ai prodromi del postfordismo dedicò alcune delle sue battaglie. Uno dei testi culto dell’epoca fu L’uomo a una
dimensione di Herbert Marcuse — pubblicato negli Stati Uniti nel 1964 e tradotto in Europa nel 1967 — che influenzò il dibattito mondiale. Dal suo osservatorio americano, dove aveva riparato insieme agli altri membri della Scuola di Francoforte per sfuggire al nazismo, Marcuse denunciava la condizione dell’uomo nelle società industriali avanzate. «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico» esordiva, constatando come diritti e libertà arretravano di fronte all’affermazione di un nuovo razionalismo produttivo. «La società ha riprodotto se stessa in un crescente insieme tecnico di oggetti e di relazioni che ha incluso l’utilizzazione tecnica di uomini; in altre parole, la lotta per l’esistenza e lo sfruttamento dell’uomo e della natura è diventata sempre più scientifica e razionale» precisava. Ma lo stesso radicalismo del pensatore hegelo-marxista si attenuava in altri passaggi, riconoscendo l’ambivalenza della tecnica: «I processi tecnologici di meccanizzazione e di unificazione potrebbero liberare l’energia di molti individui, facendola confluire in un regno ancora inesplorato di libertà al di là delle necessità».
Quello che accadde successivamente non realizzò le attese di Marcuse. Il pensiero positivista si è affermato ovunque e con esso anche una certa ricezione acritica dell’innovazione tecnologica, mascherata dietro la sua supposta neutralità. Da strumento è evoluta in fine, acquisendo un’autonomia inaspettata che travalica trasversalmente i numerosi piani decisionali. «Identificando il sapere con la scienza, il positivismo attribuisce all’intelligenza solo le funzioni necessarie a organizzare un materiale già modellato sugli schemi di quella cultura commerciale che sarebbe invece compito dell’intelligenza criticare. Tale limitazione fa dell’intelligenza la serva dell’apparato di produzione», era l’obiezione avanzata da Max Horkheimer nell’Eclisse della
ragione. Mentre più di recente Emanuele Severino in Capitalismo senza futuro ha registrato il passaggio da una globalizzazione economica a una globalizzazione tecnica: «La destinazione della tecnica al dominio è la destinazione al “tramonto” del capitalismo, della morale e dell’umanesimo cristiano o “laico”, della politica e di tutte le forze che oggi intendono servirsi della tecnica».
La preoccupazione di questi autori, confermata in parte dalla realtà, è che rispetto ai processi tecnici e tecnologici l’uomo e i suoi valori siano finiti spesso fuori fuoco, assiomi marginalizzati. È di fatto l’essenza del problema, il punto dal quale ripartire per un riequilibrio degli obiettivi. La difesa della società diventa allora l’orizzonte nel quale iscrivere ogni formulazione tecnologica.
Riferimento
La tredicesima edizione analizza l’impatto dell’innovazione sull’occupazione
Multidisciplinare
Il tema sarà affrontato da diverse angolature: politica, economica, filosofica, giuridica.
New entry
Anche la scienza avrà un ruolo importante: dai laboratori alla ricerca spaziale