Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Renzo Piano, i «progetti d’acqua»
Alla Fondazione Vedova la «messa in scena» di 16 opere
Una grande onda anomala avvolge e travolge il visitatore. Stelle marine e serpenti si muovono sul pavimento, scappati fuori da grandi lastre di vetro, schermi sottilissimi su cui scorrono le immagini in movimento di aeroporti, fondazioni, musei, edifici emblematici che riassumono la poetica della nostra archistar per eccellenza. Sono i «Progetti d’acqua» di Renzo Piano, che la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova «mette in scena» fino al 25 novembre nel Magazzino del Sale a Venezia che lo stesso architetto genovese ha riprogettato nel 2008. In occasione del decennale di quel restauro così innovativo, soprattutto nell’idea di quella macchina che movimenta i teleri di Vedova come personaggi teatrali, ecco «una rappresentazione videotematica - spiega Alfredo Bianchin, presidente della Fondazione realizzata col linguaggio della contemporaneità».
A cura di Fabrizio Gazzarri, ideato e realizzato da Studio Azzurro, un viaggio attraverso 16 architetture in tutto il globo di Renzo Piano accomunate dal rapporto con l’acqua, elemento che ha plasmato il suo pensiero e quello di Vedova, nativi di città liquide. Sulle navette del Magazzino «galleggiano» i progetti, a cominciare da quell’arca per il «Prometeo» di Luigi Nono nella chiesa di San Lorenzo a Venezia nel 1984, al quale anche Emilio Vedova collaborò. Il lungo «Ponte nell’arcipelago di Ushibuka» ricorda un serpentone; il «Recupero del Porto antico» di Genova ha la forma di una stella; il «Centro culturale Jean-Marie Tjibaou» a Numea in Nuova Caledonia rende omaggio alla cultura Kanak e al suo legame con la natura. «Da qui la scelta spiega il fondatore di Studio Azzurro Fabio Cirifino - di fare uscire dagli schermi elementi organici come icone dell’arte di Piano». Oltre alle immagini, a circondare lo spettatore un paesaggio sonoro che miscela le note di Nono, i rumori dell’acqua, lo stridio dei gabbiani.