Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il progetto dell’Appiani affidato a Liccardo
Luciani: queste cose non si fanno. La replica: se è un problema mi ritiro
Ancora polemiche tra calcio e politica, dopo quelle seguite al ritorno del Padova in serie B. Basti citare i fischi e gli insulti ricevuti dal sindaco Sergio Giordani dagli ultras della Tribuna Fattori alla festa promozione in piazza dei Frutti del 6 maggio scorso e le scuse quantomeno tardive del presidente del club biancoscudato Roberto Bonetto.
A riaccendere lo scontro è adesso la notizia che il Comune, come si legge in una determina firmata ieri dal caposettore ai Lavori Pubblici Luigino Gennaro, ha deciso di affidare a un professionista esterno la progettazione dell’abbattimento della Gradinata Est del mitico stadio Appiani e la riqualificazione dell’area di via 58° Fanteria tra piazza Rabin e via Marghera. Il pomo della discordia, al di là dell’intervento previsto, è il fatto che l’incarico sia stato assegnato all’architetto 45enne Stefano Liccardo, figlio del più noto avvocato Mario, 75 anni, assessore a Palazzo Moroni dal 1985 al 1993 (sindaci Settimo Gottardo e Paolo Giaretta), esponente di primo piano dell’Aicb (l’associazione italiana club biancoscudati) e amico di vecchia data di Sergio Giordani.
Per la cronaca, l’affidamento (diretto) ammonta a circa 31.900 euro. «Sono pronto a incatenarmi alla Gradinata Est per non vederla demolita – dice il consigliere leghista Alain Luciani – Ma la cosa che più mi sconcerta è il fatto che, guarda caso, l’incarico sia stato assegnato al figlio dell’avvocato Liccardo, che tutti sanno essere in ottimi rapporti con il sindaco Giordani, tanto da essere stato uno dei principali promotori della sua candidatura. Queste cose, pur legali, non si fanno. E’ una questione di opportunità. Anzi di buonsenso, come direbbe lo stesso Giordani». Immediata la replica di Stefano Liccardo: «Faccio l’architetto da 20 anni e non ho mai ricevuto un appalto dal Comune. Fare o meno questo progetto non mi cambia la vita. Se il fatto di essere il figlio di mio papà è un problema così grosso, faccio tranquillamente un passo indietro. E invito il sindaco a revocarmi l’incarico».