Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La Diocesi razionalizza e concentra al «Barbarigo» fondazioni e centri culturali
Palazzo Lanza verrà affittato: contatti con una banca d’affari
Un polo delle fondazioni, un unico luogo per cultura e ricerca. In un’ala dell’Istituto vescovile Barbarigo, cento anni nel 2019, troveranno posto Fondazione Lanza, Centro Toniolo, Fondazione Zancan e Fondazione Girolamo Bortignon. La ristrutturazione costerà circa un milione e mezzo e dovrebbe terminare a settembre, in tempo per permettere ai ricercatori di tornare al lavoro dopo l’estate. «Ogni fondazione manterrà la sua identità, non parliamo di fusione ma solo di condividere la stessa casa, così i ricercatori, a stretto contatto, avranno più occasioni per collaborare. Il progetto non ha solo fini culturali ma anche economici: concentrando le fondazioni la Diocesi potrà risparmiare», dice don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dell’Educazione e della Scuola e coordinatore del progetto. Don Celi è anche presidente di Fondazione Lanza e ha fatto presente le difficoltà nel sostenere economicamente la stupenda sede situata in un palazzo storico di via Dante, donata dall’avvocato Carlo Lanza nel 1988: «La nostra sede era meravigliosa ma non più sostenibile dal punto di vista economico. Abbiamo già cominciato a raccogliere il nostro materiale per il trasloco e a breve quegli spazi verranno affittati».
La situazione economica della Diocesi non sembrava essere tra le priorità del vescovo precedente, monsignor Antonio Mattiazzo, rimasto in carica per 25 anni e dimessosi, sarà il destino, nel giorno della festa di san Gregorio Barbarigo (il santo, anche lui ex vescovo di Padova, al quale è dedicato l’istituto). La chiesa padovana, al momento delle dimissioni di monsignor Mattiazzo, doveva gestire un «impero» composto di società finanziarie (alcune redditizie, altre meno) e un patrimonio immobiliare di 862 fabbricati e 1162 terreni. Un’asse non facile da gestire ma sembra che l’attuale vescovo, monsignor Claudio Cipolla, abbia deciso di cambiare rotta: il polo delle fondazioni è un segnale. Mettere a reddito alcuni immobili è indice della volontà di razionalizzare la spesa della Diocesi. In pole per affittare l’ex sede di Fondazione Lanza sembra esserci una banca d’affari, che cerca una sede di rappresentanza. Certo, l’avvocato Lanza nel lascito fondativo non avrebbe mai pensato ad un simile esito. Ma i tempi sono evidentemente cambiati e i cordoni della borsa oggi vanno stretti.
” Don Celi Ogni fondazione manterrà la propria identità, pur condividen do la stessa casa. Il progetto non ha solamente fini culturali ma anche economici: concentran do le fondazioni la Diocesi potrà risparmiare