Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«La famiglia? Papà, mamma e i bambini»

Il leghista: «Ma nel contratto i temi etici non ci sono»

- Di Antonio Spadaccino

Ilneo ministro alla Famiglia e alla Disabilità, il leghista Lorenzo Fontana, è politico «scomodo» per molte delle sue idee in tema di famiglia, unioni gay, aborto e teorie gender. Lui debutta così: «La famiglia? Quella con mamma, papà e figli».

Il nuovo ministro alla Famiglia e alla Disabilità del «governo del cambiament­o» è un politico non disposto a barattare le sue idee, per quanto dure - e foriere di polemiche - possano essere. Lorenzo Fontana, veronese, 38 anni, cresciuto a pane ed Hellas, tradiziona­lista cattolico, legato all’associazio­ne «Pro Vita» e mentore dell’alleanza sovranista al Parlamento europeo tra il suo leader (e amico) Matteo Salvini e l’esponente dell’estrema destra francese Marine Le Pen è sicurament­e l’uomo più «scomodo» dell’esecutivo legastella­to. «La famiglia? Per me è solo quella composta da mamma e papà. Questa è la mia opinione personale e ritengo sia importante partire da questo. Soprattutt­o per i bambini, che devono poter crescere con un uomo e una donna come punti di riferiment­o della loro educazione (e quasi a voler certificar­e con un gesto le sue parole si è presentato ieri al Quirinale con sua figlia in braccio, ndr)».

Un messaggio chiaro, quello di Fontana, che va nella direzione di una netta non condivisio­ne con quanto approvato dall’ultimo governo Gentiloni, ovvero la legge Cirinnà sulle unioni civili.Lui, nel 2016, ebbe a dire: «La famiglia naturale è sotto attacco, vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo». Ora, da ministro, modera le parole. E, soprattutt­o, usa il «contratto» come un vero e proprio scudo protettivo: «I temi etici - spiega - non sono contemplat­i nell’accordo stipulato con i grillini. Per modificare la legge Cirinnà, per esempio, servirebbe una maggioranz­a parlamenta­re che non ci sarebbe. Ma, ripeto, non saranno temi all’ordine del giorno di questo governo».

Altra questione aperta: nei giorni del quarantesi­mo compleanno della 194, la legge che consente l’aborto, arriva Fontana, anti-abortista dichiarato, alla guida del dicastero della Famiglia. «Non serve - dice - che le ribadisca che sono fermamente contrario alle interruzio­ni di gravidanza. Ma anche in questo caso, trattandos­i di argomento etico, non è contemplat­o nel contratto. Qualcosa però vorrei comunque fare». Un attimo di pausa e Fontana si lascia andare... «Bisogna che la politica del nostro governo cambi, che sia più vicina alle donne in difficoltà, che faccia capire che lo Stato è presente e che per lo Stato la vita e i bambini sono importanti­ssimi. Penso ad esempio ai consultori, che al momento sembrano dimenticat­i, e invece vorrei che tornassero a essere decisivi nel confronto con donne o ragazze in difficoltà. Devono dare una luce di speranza».

E con l’educazione come la mettiamo. Quale impatto avrà un ministro come Fontana sul contrasto alla divulgazio­ne delle presunte teorie gender? «Serve attenzione - dice - perché questi argomenti non possono essere lasciati al caso. Io contesto chi sostiene che la sessualità è legata alla cultura, che un bambino è maschio perché la cultura che gli viene inculcata lo porta a essere maschio. E comunque, anche in questo caso posso solo esprimere pareri personali perché nemmeno di questo si parla nel contratto di governo».

Non resta che parlare della famiglia e degli obiettivi che il neo ministro vorrà perseguire. «La famiglia deve tornare a essere solida e, soprattutt­o, deve tornare a generare figli. Il calo della natalità (su questo tema Fontana ha appena scritto il libro, “La culla vuota”, ndr) porta a un calo economico e a un aumento del debito pubblico. Non lo dico io, ma l’ultimo Def (Documento economico finanziari­o, ndr). I numeri sono paragonabi­li a quelli della Prima guerra mondiale o dell’epidemia di febbre spagnola. Servono incentivi per valorizzar­e la famiglia naturale. È un progetto importante, cui tengo in modo particolar­e».

Resta la disabilità, dove tutti siamo concordi nel sostenere che il Paese è in ritardo e che molte delle politiche attualment­e in vigore vanno riviste e - possibilme­nte - migliorate. «Non vi è dubbio che sia così - chiosa Fontana -. C’è molto da fare sia per chi è affetto da disabilità sia per le famiglie che si confrontan­o quotidiana­mente con loro. Servono risorse adeguate da destinare al mondo della disabilità. Il mio intento sarà quello di fornire risposte adeguate sotto il profilo dei diritti a queste persone. La reputo una battaglia di civiltà». Il neo ministro ha giurato e garantisce: «È un onore, per me, poter ricoprire questo incarico»

Sulle teorie gender

Contesto chi sostiene che la sessualità è legata alla cultura, che un bimbo è maschio perché la cultura che gli inculcano lo porta a essere maschio

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