Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«La famiglia? Papà, mamma e i bambini»
Il leghista: «Ma nel contratto i temi etici non ci sono»
Ilneo ministro alla Famiglia e alla Disabilità, il leghista Lorenzo Fontana, è politico «scomodo» per molte delle sue idee in tema di famiglia, unioni gay, aborto e teorie gender. Lui debutta così: «La famiglia? Quella con mamma, papà e figli».
Il nuovo ministro alla Famiglia e alla Disabilità del «governo del cambiamento» è un politico non disposto a barattare le sue idee, per quanto dure - e foriere di polemiche - possano essere. Lorenzo Fontana, veronese, 38 anni, cresciuto a pane ed Hellas, tradizionalista cattolico, legato all’associazione «Pro Vita» e mentore dell’alleanza sovranista al Parlamento europeo tra il suo leader (e amico) Matteo Salvini e l’esponente dell’estrema destra francese Marine Le Pen è sicuramente l’uomo più «scomodo» dell’esecutivo legastellato. «La famiglia? Per me è solo quella composta da mamma e papà. Questa è la mia opinione personale e ritengo sia importante partire da questo. Soprattutto per i bambini, che devono poter crescere con un uomo e una donna come punti di riferimento della loro educazione (e quasi a voler certificare con un gesto le sue parole si è presentato ieri al Quirinale con sua figlia in braccio, ndr)».
Un messaggio chiaro, quello di Fontana, che va nella direzione di una netta non condivisione con quanto approvato dall’ultimo governo Gentiloni, ovvero la legge Cirinnà sulle unioni civili.Lui, nel 2016, ebbe a dire: «La famiglia naturale è sotto attacco, vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo». Ora, da ministro, modera le parole. E, soprattutto, usa il «contratto» come un vero e proprio scudo protettivo: «I temi etici - spiega - non sono contemplati nell’accordo stipulato con i grillini. Per modificare la legge Cirinnà, per esempio, servirebbe una maggioranza parlamentare che non ci sarebbe. Ma, ripeto, non saranno temi all’ordine del giorno di questo governo».
Altra questione aperta: nei giorni del quarantesimo compleanno della 194, la legge che consente l’aborto, arriva Fontana, anti-abortista dichiarato, alla guida del dicastero della Famiglia. «Non serve - dice - che le ribadisca che sono fermamente contrario alle interruzioni di gravidanza. Ma anche in questo caso, trattandosi di argomento etico, non è contemplato nel contratto. Qualcosa però vorrei comunque fare». Un attimo di pausa e Fontana si lascia andare... «Bisogna che la politica del nostro governo cambi, che sia più vicina alle donne in difficoltà, che faccia capire che lo Stato è presente e che per lo Stato la vita e i bambini sono importantissimi. Penso ad esempio ai consultori, che al momento sembrano dimenticati, e invece vorrei che tornassero a essere decisivi nel confronto con donne o ragazze in difficoltà. Devono dare una luce di speranza».
E con l’educazione come la mettiamo. Quale impatto avrà un ministro come Fontana sul contrasto alla divulgazione delle presunte teorie gender? «Serve attenzione - dice - perché questi argomenti non possono essere lasciati al caso. Io contesto chi sostiene che la sessualità è legata alla cultura, che un bambino è maschio perché la cultura che gli viene inculcata lo porta a essere maschio. E comunque, anche in questo caso posso solo esprimere pareri personali perché nemmeno di questo si parla nel contratto di governo».
Non resta che parlare della famiglia e degli obiettivi che il neo ministro vorrà perseguire. «La famiglia deve tornare a essere solida e, soprattutto, deve tornare a generare figli. Il calo della natalità (su questo tema Fontana ha appena scritto il libro, “La culla vuota”, ndr) porta a un calo economico e a un aumento del debito pubblico. Non lo dico io, ma l’ultimo Def (Documento economico finanziario, ndr). I numeri sono paragonabili a quelli della Prima guerra mondiale o dell’epidemia di febbre spagnola. Servono incentivi per valorizzare la famiglia naturale. È un progetto importante, cui tengo in modo particolare».
Resta la disabilità, dove tutti siamo concordi nel sostenere che il Paese è in ritardo e che molte delle politiche attualmente in vigore vanno riviste e - possibilmente - migliorate. «Non vi è dubbio che sia così - chiosa Fontana -. C’è molto da fare sia per chi è affetto da disabilità sia per le famiglie che si confrontano quotidianamente con loro. Servono risorse adeguate da destinare al mondo della disabilità. Il mio intento sarà quello di fornire risposte adeguate sotto il profilo dei diritti a queste persone. La reputo una battaglia di civiltà». Il neo ministro ha giurato e garantisce: «È un onore, per me, poter ricoprire questo incarico»
Sulle teorie gender
Contesto chi sostiene che la sessualità è legata alla cultura, che un bimbo è maschio perché la cultura che gli inculcano lo porta a essere maschio