Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Zoppas: «Jobs Act e Impresa 4.0 sono da mantenere» E sulle Infrastrutture spunta un sottosegretario veneto
L’altolà delle categorie ai ministri pentastellati: «Non toccate Iva, Tav e Pedemontana»
Bye bye Tav e Pedemontana, benvenuta (forse) l’Iva praticamente al 25% e lì dove stavano gli incentivi del Jobs Act potrebbero arrivare i redditi di cittadinanza a braccetto con la flat tax. Esempi di un possibile futuro prossimo alla luce di due ministerichiave a guida pentastellata come Lavoro e Sviluppo Economico, in capo a Luigi di Maio in persona, e Infrastrutture e Trasporti dicastero affidato, si narra, last minute al fedelissimo del capo politico del Movimento, Danilo Toninelli dopo che il Carroccio ha ceduto su di una casella tutt’altro che trascurabile. Soprattutto a Nordest.
E le dichiarazioni di apprensione, gli appelli accorati a non mandare a gambe all’aria almeno le infrastrutture già cantierate e il castello di provvedimenti per l’industria edificato da Carlo Calenda non si sono fatte attendere. Prendiamo la Tav, giusto per dirne una, carica del suo bel percorso ad ostacoli autorizzativo che, però, ora pare pronta ad arrivare finalmente a Vicenza e a Padova. Ecco, ai cinquestelle la Tav non va proprio giù. Per dire, di recente la deputata pentastellata veronese Francesca Businarolo ha scelto come ufficio parlamentare la casa di un espropiando della Tav Brescia-Padova. L’intento era bloccare i cantieri. Toninelli al Mit, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, potrebbe trasformare la protesta barricadera in un sogno realizzato. E il mantra «consumo di suolo zero» spaventa anche Confindustria.
«E’ molto preoccupante avere un ministro del M5S che sappiamo come la pensa sull’AV/AC. - dice Franco Miller, delegato di Confindustria Veneto alle Infrastrutture ma soprattutto presidente di Transpadana il comitato promotore dell’alta velocità per la tratta Lione Torino Milano e Genova Venezia Trieste Lubiana - Per carità, ora vediamo che fanno ma siamo seriamente preoccupati perché mettersi di traverso sul completamento della Brescia Verona Padova per la Tav sarebbe gravissimo a questo punto. In un territorio ad alta produttività come il nostro non si capisce l’opposizione a un sistema di trasporto anche merci che consentirà di alleggerire del traffico pesante l’A4 o l’A22 che ormai stanno scoppiando. Sia chiaro che Confindustria e Transpadana monitoreranno con molta attenzione le prime decisioni di questo nuovo governo».
Un benvenuto sulle barricate che il presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas mitiga solo nei toni, non nei contenuti: «Il ruolo di Confindustria - cesella Zoppas - è far capire al nuovo governo quali sarebbero le conseguenze di eventuali manovre che guardino all’oggi e non a una prospettiva di medio lungo termine. Vale per la centralità dell’industria, il lavoro e il debito pubblico. Bene, infine, se sarà confermato, l’accantonamento del tema anti euro a meno che non ci si dimostri, studi alla mano, quali sarebbero i vantaggi». E Zoppas chiarisce: «Assurdo pensare di bloccare la Pedemontana» e, ancora «Crediamo nel Jobs Act e in tutti i tasselli messi in campo per l’economia, da Industria 4.0 in poi, un’inversione di tendenza significherebbe togliere benzina a un motore che si era rimesso in moto». Governo avvisato...Agostino Bonomo di Confartigianato la mette giù ancora più dura: «Bene i due ministri veneti ma ci aspettiamo un sottosegretario veneto al Mise. La preoccupazione rimane il contratto di governo che parla di taglio alle infrastrutture mentre abbiamo un urgente bisogno di colmare l’assenza di banda larga in parte del territorio, per dirne una. Ma non si transige neppure su Pedemontana e Valdastico Nord. Per non parlare dell’Iva al 25% che potrebbe mandare alle ortiche tutta la lotta all’evasione». Dopo i mesi persi, per Massimo Zanon di Confcommercio è ora di mettersi al lavoro: «sul tavolo vi sono questioni delicate e non più rinviabili. La priorità è scongiurare l’aumento dell’Iva». Tira un sospiro di sollievo Cristina Giussani di Confesercenti: «aver chiarito la necessaria permanenza dell’Italia in Europa e nell’euro è positivo, ora ci si metta subito al lavoro per render più competitivo il Paese sotto gli aspetti del lavoro, della burocrazia e di una fiscalità più equa». Sulla stessa linea Alessandro Conte, Presidente di Cna: «ci aspettiamo una semplificazione che smorzi il peso della burocrazia». Quanto al turismo, «cenerentola» delle voci economiche nonostante il rilevante peso per il Belpaese, stavolta ha sfiorato l’obiettivo: il tanto vagheggiato «Ministero al turismo». Non è andata e allora Marco Michielli di Confturismo e Federalberghi rilancia: «Attendiamo un sottosegretario veneto al turismo». In buona sostanza, fra sviluppo economico e infrastrutture il Veneto produttivo resta col fiato sospeso. E sul capitolo infrastrutture, in particolar modo, resta l’amarezza, indiscrezioni alla mano, che il Mit sarebbe potuto andare, in quota Lega, a un veneto d’adozione, a quel Marco Corsini che ha rilanciato da commissario la Pedemontana e che ricorda come la superstrada fra Vicenza e Treviso, istituita con una legge, solo da una legge potrebbe essere smantellata. Uno spiraglio di speranza arriva dal veronese Lorenzo Fontana, neo ministro alla Famiglia e braccio destro di Salvini: «A vigilare sul Mit ci sarà un sottosegretario della Lega». Armonia ma non troppa fra Lega e M5S nel governo «carioca»insomma.