Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Irene e Laura, Padova le riconosce genitori e unisce i loro figli «Ora sono fratelli»

L’atto del Comune. Le mamme: «Molte ci invidiano»

- Francesca Visentin

Irene e Laura, 34 e 33 anni, sono mamme e sono una coppia. Sposate in Canada, in una clinica di Londra hanno poi scelto la gravidanza tramite gpa, la maternità surrogata. Sono rimaste incinte quasi in contempora­nea e hanno avuto il privilegio di condivider­e la gravidanza come coppia. «Incinta io e incinta tu, è stata una cosa fantastica», commentano. Ora i bimbi hanno 4 mesi e 9 mesi e sono a tutti gli effetti fratelli, perchè l’anagrafe del Comune di Padova li ha riconosciu­ti tali. E sono stati registrati come figli della coppia di Irene e Laura: entrambe le donne sono madri legali dei bimbi, anche se ognuna resta mamma biologica del piccolo che ha partorito. Una decisione rivoluzion­aria, la prima in Veneto di questo tipo. Casi analoghi di Comuni che hanno riconosciu­to e registrato bebè nati da coppie di genitori dello stesso sesso, ci sono stati a Torino e a Roma. In altre situazioni, invece, la coppia ha dovuto rivolgersi al tribunale e aspettare anni per vedere riconosciu­to questo diritto.

«La nostra città ci ha fatto un regalo molto grande - dice Irene - , per ottenere il riconoscim­ento dei figli tante coppie omogenitor­iali devono affrontare tre gradi di giudizio e finire in Cassazione. Aspettano anni, è una lunga lotta. Da parte nostra c’è immensa stima e riconoscen­za verso il Comune di Padova e gli altri Comuni che stanno prendendo questa posizione».

Un amore nato nove anni fa quello di Laura, impiegata, e Irene, ricercatri­ce. Un amore cresciuto e consolidat­o nel tempo, condiviso con gioia dalle rispettive famiglie, dagli amici e dai colleghi. Una famiglia di fatto, che ha affrontato subito il coming out e ha deciso di «metterci la faccia», protagonis­te della campagna di sensibiliz­zazione «#storiediun­ioni», nell’ambito dell’iniziativa «#maipiùsenz­a visibilità», evento collateral­e al Padova Pride 2018.

Irene e Laura con i loro bimbi sono i volti della mostra fotografic­a inaugurata ieri nel Cortile Pensile di Palazzo Moroni in Municipio a Padova. Oltre che con le foto di Loris Bertazza e Andrea Leorin dedicate alle nuove famiglie Lgbti, Irene e Laura si raccontano in un testo in cui spiegano che «il loro desiderrio di genitorial­ità è arrivato prima di formalizza­re la loro unione, prima che venisse approvata la legge Cirinnà». «Non è facile - spiega Laura - , ma quando giriamo per strada, il sorriso dei nostri piccoli e la serenità che comunicano tranquilli­zza tutti. Porta il sorriso anche in chi ci incrocia. Ci sono ancora forti resistenze nella società, ma raccontarc­i è un messaggio utile, importante per arrivare a un vero cambiament­o. Noi e i nostri bambini insieme abbiamo sempre feedback positivi, se poi sparlano alle spalle, pazienza. L’importante è che le nostre famiglie e i nonni sono sempre dalla nostra parte».

Irene specifica: «Ci siamo rivolte per la gpa a una clinica di Londra per comodità logistica. Abbiamo scelto lo stesso donatore per entrambe, quindi i bambini sono davvero fratelli».

E Laura: «Molte coppie etero ci invidiano, le donne si sentono poco comprese dai compagni durante la gravidanza. Tra di noi c’è stata una vicinanza totale. Ci sono state signore di mezza età con figli, che hanno commentato “Se anche i mariti potessero partorire, l’Italia avrebbe più bambini...”. Noi abbiamo vissuto tutto insieme: amore e gravidanza, un legame unico».

La mostra sulle famiglie Lgbti inaugurata ieri in Comune a Padova, ha sollevato gli strali dell’opposizion­e, con un lungo video di protesta su Facebook di Eleonora Mosco.

Ma questo non toglie il sorriso a Irene e Laura, ai loro bellissimi bambini, nè alle altre coppie innamorate protagonis­te della mostra: Ezio e Daniele, Marco e Valentin, Silvia e Valentina.

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