Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’intervento della polizia davanti alla Croce Rossa ha riportato la calma in serata
Il «pocket money» arriva in ritardo protesta dei profughi e rissa sfiorata
Trentuno del mese, giorno di paga per i migranti. Una scadenza particolarmente sentita tra i profughi che ricevono il cosiddetto «pocket money» (la diaria giornaliera di 2,50 euro tratta dai 30 euro circa che vengono versati dallo Stato alle cooperative che li ospitano) nella sede della Croce Rossa di Padova. Giovedì però un ritardo di cinque ore ha scatenato la rivolta.
Alla fine è intervenuta la polizia che ha sedato gli animi e grazie alla pazienza degli operatori la questione si è risolta verso sera. Tutto è iniziato verso l’una, subito dopo pranzo, quando è andata in tilt la prassi ormai consolidata che prevede che la diaria giornaliera di 2,50 euro venga consegnata ai migranti due volte al mese, solitamente il 15 e il 30 o il 31. La quarantina di ospiti che fa capo alla Cri di Padova si è presentata verso le 13 in attesa di ricevere la busta con il denaro. In questo periodo di chiusure di bilanci, anche la Croce Rossa ha accumulato una mole di lavoro importante e alcune pratiche si sono ingolfate, tanto che è stato chiesto ai profughi di pazientare qualche ora.
Il ritardo si è andato accumulando nel corso della giornata e i migranti hanno perso la calma. In particolare, sembra che due di loro fossero estremamente agitati, tanto che hanno iniziato a inveire contro gli operatori che stavano preparando i compensi.
«Non volete pagarci» e ancora «Dateci i nostri soldi». Col passare dei minuti quelli che sembravano dei semplici slogan di protesta sono diventati una vera e propria manifestazione. «Vogliamo i soldi, vogliamo i soldi» hanno scandito. Ad aggravare la situazione anche il fatto che almeno la metà di loro sia di religione musulmana e che in questi giorni stiano facendo il Ramadan, che comprende, tra le altre cose, anche il digiuno giornaliero e la possibilità di festeggiare solo dopo il tramonto. Sembra infatti che alcuni profughi fossero preoccupati di non poter spendere i circa 38 euro nella serata insieme agli amici.
Nel corso del pomeriggio la protesta è montata e a nulla sono valse le rassicurazioni dei membri del comitato della Croce Rossa sul fatto che la paga fosse in arrivo. La situazione è degenerata verso le 17, quando le urla sono diventate insistenti, tanto che un operatore per precauzione ha allertato le forze dell’ordine. L’arrivo della polizia ha placato gli animi: verso le 18 anche le buste sono state consegnate e tutto è tornato alla normalità.
«Si è trattato di un incidente legato alla distribuzione del pocket money - spiega Giampietro Rupolo, presidente della Croce Rossa di Padova - fortunatamente la situazione non è mai sfuggita di mano. Il nostro operatore ha fatto bene a contattare la polizia. Dispiace che alcuni profughi non abbiano compreso la situazione e non abbiano avuto pazienza». Resta da capire se i più facinorosi ora rischino di essere denunciati.