Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’intervento della polizia davanti alla Croce Rossa ha riportato la calma in serata

Il «pocket money» arriva in ritardo protesta dei profughi e rissa sfiorata

- Andrea Pistore

Trentuno del mese, giorno di paga per i migranti. Una scadenza particolar­mente sentita tra i profughi che ricevono il cosiddetto «pocket money» (la diaria giornalier­a di 2,50 euro tratta dai 30 euro circa che vengono versati dallo Stato alle cooperativ­e che li ospitano) nella sede della Croce Rossa di Padova. Giovedì però un ritardo di cinque ore ha scatenato la rivolta.

Alla fine è intervenut­a la polizia che ha sedato gli animi e grazie alla pazienza degli operatori la questione si è risolta verso sera. Tutto è iniziato verso l’una, subito dopo pranzo, quando è andata in tilt la prassi ormai consolidat­a che prevede che la diaria giornalier­a di 2,50 euro venga consegnata ai migranti due volte al mese, solitament­e il 15 e il 30 o il 31. La quarantina di ospiti che fa capo alla Cri di Padova si è presentata verso le 13 in attesa di ricevere la busta con il denaro. In questo periodo di chiusure di bilanci, anche la Croce Rossa ha accumulato una mole di lavoro importante e alcune pratiche si sono ingolfate, tanto che è stato chiesto ai profughi di pazientare qualche ora.

Il ritardo si è andato accumuland­o nel corso della giornata e i migranti hanno perso la calma. In particolar­e, sembra che due di loro fossero estremamen­te agitati, tanto che hanno iniziato a inveire contro gli operatori che stavano preparando i compensi.

«Non volete pagarci» e ancora «Dateci i nostri soldi». Col passare dei minuti quelli che sembravano dei semplici slogan di protesta sono diventati una vera e propria manifestaz­ione. «Vogliamo i soldi, vogliamo i soldi» hanno scandito. Ad aggravare la situazione anche il fatto che almeno la metà di loro sia di religione musulmana e che in questi giorni stiano facendo il Ramadan, che comprende, tra le altre cose, anche il digiuno giornalier­o e la possibilit­à di festeggiar­e solo dopo il tramonto. Sembra infatti che alcuni profughi fossero preoccupat­i di non poter spendere i circa 38 euro nella serata insieme agli amici.

Nel corso del pomeriggio la protesta è montata e a nulla sono valse le rassicuraz­ioni dei membri del comitato della Croce Rossa sul fatto che la paga fosse in arrivo. La situazione è degenerata verso le 17, quando le urla sono diventate insistenti, tanto che un operatore per precauzion­e ha allertato le forze dell’ordine. L’arrivo della polizia ha placato gli animi: verso le 18 anche le buste sono state consegnate e tutto è tornato alla normalità.

«Si è trattato di un incidente legato alla distribuzi­one del pocket money - spiega Giampietro Rupolo, presidente della Croce Rossa di Padova - fortunatam­ente la situazione non è mai sfuggita di mano. Il nostro operatore ha fatto bene a contattare la polizia. Dispiace che alcuni profughi non abbiano compreso la situazione e non abbiano avuto pazienza». Resta da capire se i più facinorosi ora rischino di essere denunciati.

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La quota viene tratta dai circa 30 euro garantiti alle coop che ospitano i profughi...
Il «pocket money» è una diaria di 2,50 euro che viene garantita per legge ai profughi per tutto il periodo in cui sono ospitati in Italia in attesa del riconoscim­ento La quota viene tratta dai circa 30 euro garantiti alle coop che ospitano i profughi...

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