Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ovs, si dimette la presidente dei sindaci: «Idee diverse sulle regole, non posso lavorare»
Ovs, la presidente del collegio sindacale sbatte la porta. Mentre il titolo in Borsa recuperava, ieri, il 3,13%, portandosi a 3,10 euro, Paola Camagni si dimetteva, all’indomani dell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio e fatto i conti con le perdite indotte dalla collegata svizzera Sempione Retail, che ha chiesto il concordato preventivo e va alla chiusura. Lo ha fatto con una lettera che annunciava l’uscita dalla società veneta dell’abbigliamento con effetto immediato. Un’uscita dai toni polemici, visto che nella lettera la professionista eletta un anno fa nella lista di minoranza dei fondi d’investimento scrive, come riportato nella nota emessa ieri dalla società, che la decisione «è determinata dalla persistenza di differenti e non riconciliabili vedute sulle regole di corporate governance che di fatto non mi consentono di continuare a svolgere efficacemente il mio ruolo istituzionale». A sostituirla, il sindaco supplente espresso sempre dai fondi, Stefano Poggi Longostrevi.
La causa delle dimissioni è legata alla posizione critica della Camagni sull’accordo tra Ovs e la collegata Sempione Fashion, acquisita due anni fa con un’Opa da Sempione Retail, di cui Ovs detiene il 35% (l’investimento a cambi attuali fu di 12 milioni di euro), a fianco di un gruppo di soci che poi quest’anno ha partecipato in parte all’acquisito da Gruppo Coin, di cui Ovs è parte, alla rete dei negozi Coin.
Il progetto di espansione in Svizzera, Austria, Ungheria e Slovenia è finito subito in crisi. Ovs e Sempione avevano firmato un accordo ad aprile per passare alla fornitura della merce in conto vendita, per alleggerire la situazione della controllata, con riacquisti per 32 milioni da parte di Ovs. Operazione però non sottoposta, come specifica il documento informativo ad hoc predisposto, alla procedura per le operazioni con parti correlate, «sul presupposto della sostanziale conformità a condizioni di mercato delle condizioni», sostenuto da una perizia. Soluzione a cui si erano opposti sia la Camagni che il consigliere indipendente Vincenzo Cariello, sempre espresso dai fondi. Il collegio sindacale aveva portato l’accordo all’attenzione del cda del 2 maggio, che aveva ratificato la linea dell’amministratore delegato, Stefano Beraldo. Ma la situazione in svizzera è peggiorata: lunedì il cda ha rivisto gli accordi, con ulteriori dilazioni nei pagamenti, in un’operazione alla fine per 42 milioni, stavolta classificata come di maggiore rilevanza e che ancora Cariello e Camagni hanno criticato per la forma; mercoledì poi Sempione è finita in concordato; in caso di fallimento comporterebbe ulteriori svalutazioni dei crediti per Ovs per 18 milioni.