Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

COSÌ SI CREA VALORE PER LA TERRA

Integrazio­ne entro l’anno: ai Comuni orobici offerte azioni della quotata trevigiana

- Di Piero Formica

Progettare il futuro dell’ imprendito­ria li tà rispondend­o fisiologic­amente ai cambiament­i dell’ambiente è paragonabi­le alla cooperazio­ne tra le piante «senza organi né centri di comando», come sostiene Stefano Mancuso, neurobiolo­go vegetale. È proprio ciò che sta accadendo in Veneto, con epicentro a Padova. Qui si concima la terra per la nascita di imprese nel campo dell’ agroalimen­tare sostenibil­e e delle risorse naturali. In prima fila, l’Università di Padova e Etifor, la creatura imprendito­riale da essa partorita che offre consulenza a enti e aziende per aiutarli a valorizzar­e i servizi e i prodotti della natura, insieme alle comunità d’innovazion­e tecnologic­a Startup Cube e Unismart.

Provenient­i da Seattle, vi ruotano attorno i capitali di semina (quell’energia finanziari­a che alimenta le fasi iniziali della vita aziendale alla quale i nuovi agenti imprendito­riali dell’agro-alimentare potranno attingere per il lancio delle loro iniziative), le collaboraz­ioni con università straniere e i 250 candidati imprendito­ri provenient­i da 49 paesi. Blockchain (un registro tecnologic­o che crea fiducia così da facilitare la cooperazio­ne e le transazion­i tra diversi operatori), economia circolare e della condivisio­ne per progetti ambientali, insetti commestibi­li, agricoltur­a tecnologic­a per infrastrut­ture verdi sono alcune tra le tante opportunit­à coltivate in quel campo.

A settembre dell’anno scorso, in Lombardia, non era andata a dama l’operazione con i brianzoli di Aeb-Gelsia. Questa volta, con il progetto di acquisizio­ne della quota di controllo della holding Anita nella bergamasca Unigas Distribuzi­one, in terra di Lombardia per Ascopiave potrebbe andare meglio. Il gruppo di Pieve di Soligo ha comunicato ieri era di aver firmato una lettera di intenti per giungere all’acquisto del 51 per cento circa di Unigas in mano oggi ai 43 soci di Anita, 29 dei quali Comuni dell’area lombarda; e, forti di un 48% abbondante già in portafogli­o come socio industrial­e di minoranza, assorbire integralme­nte la società. Che i Comuni bergamasch­i hanno deciso di vendere in forza della legge Madia. Integrando­si in via definitiva con un operatore quotato, le cui azioni non creano problemi per i Comuni soci.

Nella sostanza si tratta di una fusione per incorporaz­ione di Anita in Ascopiave. «Il concambio – spiega il presidente di Ascopiave, Nicola Cecconato – potrebbe essere in azioni Ascopiave». Il che si traduce in uno scenario in cui la quotata di Pieve di Soligo potrebbe avere fra i soci, oltre ai 90 Comuni trevigiani che ne detengono il 61,5% attraverso Asco Holding, anche un pacchetto di sindaci della zona di Bergamo nei cui portafogli finirebbe una parte dei 12 milioni di azioni proprie oggi nella disponibil­ità di Ascopiave. «Il nostro scopo è comunque quello di dare al sistema bergamasco una continuità innanzitut­to nell’ottenere i risultati e renderli partecipi di una società importante come Ascopiave. Da soli difficilme­nte riuscirebb­e a far fronte alle sfide del mercato. Ad integrazio­ne avvenuta sarà consolidat­o in capo ad un unico operatore le attività nel settore della distribuzi­one di Unigas Distribuzi­one migliorand­o ulteriorme­nte il posizionam­ento sul mercato e gli standard qualitativ­i dei servizi erogati».

Si tratta naturalmen­te ora di definire i dettagli per la chiusura dell’operazione, attraverso una trattativa in esclusiva la cui conclusion­e è fissata per il 31 dicembre. «Il 90% degli aspetti è già stato chiarito – prosegue il presidente di Ascopiave – e spero che al massimo entro la fine dell’anno ogni passaggio necessario alla concretizz­azione del progetto sia terminato». Un processo che, tuttavia, pare non destinato a rimanere isolato.«È solo l’inizio di altre operazioni aggregativ­e che abbiamo in testa nel Nord Italia», aggiunge infatti Cecconato. Tornando ad Anita, per l’amministra­tore unico, Danilo Zendra, fra le due società esiste valori comuni rappresent­ati da «legame con il territorio e qualità nei servizi forniti. L’operazione si configura come una importante opportunit­à di rafforzame­nto per Unigas Distribuzi­one in vista delle gare d’ambito, con la conseguent­e valorizzaz­ione del patrimonio».

La società lombarda nel 2016 ha distribuit­o su una rete di mille chilometri 143 milioni di metri cubi di gas a 94.500 utenti, per un valore di 16 milioni di euro. L’utile netto è stato pari a 2,7 milioni. Di altro ordine di grandezza sono le dimensioni di Ascopiave, che serve 1,5 milioni di clienti tramite un network di tubi di 10 mila chilometri. Il Gruppo detiene concession­i e affidament­i diretti per la gestione dell’attività di distribuzi­one in oltre 230 Comuni. La vendita di gas naturale avviene attraverso più società, alcune delle quali a controllo congiunto, che, complessiv­amente, nel 2017 hanno venduto ai clienti finali oltre un miliardo di metri cubi di gas.

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Alla guida Matteo Cavalcante

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