Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Zanonato posta la foto di Aylan È bufera su Fb

- Davide D’Attino

Ci risiamo. Flavio Zanonato, uno dei primissimi politici a sbarcare sui social network, non è nuovo alle polemiche. Domenica sera, su Twitter e Facebook, l’europarlam­entare di Leu, già sindaco Pd di Padova nonché ministro dello Sviluppo Economico nel governo Letta, ha pubblicato la foto tristement­e nota del piccolo Aylan, il bimbo di tre anni in fuga dalla città siriana di Kobane e rinvenuto cadavere sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. Ma Zanonato, insieme con quell’immagine drammatica datata settembre 2015, ha lasciato anche una scritta: «Per i clandestin­i è finita la pacchia». Ovvero la frase pronunciat­a a Vicenza, sabato scorso, dal segretario federale della Lega e neoministr­o dell’Interno Matteo Salvini durante un comizio a sostegno del candidato sindaco del centrodest­ra Francesco Rucco. A più di qualcuno, però, l’accostamen­to fatto dall’ex primo cittadino padovano (foto più frase) non è piaciuto. «Sciacallo!», l’ha accusato Eddy. «Caro Zanonato – l’ha rimprovera­to Roberto – lei è proprio caduto in basso». «Strumental­izzare la foto di un bambino morto – l’ha ripreso Barbara – è di uno squallore devastante». «Avvoltoio!», gli ha gridato William. E avanti così. Ma Zanonato non si è scomposto e, minacciand­o querele, ha replicato: «Ho postato una foto di un bambino figlio di profughi morto su una spiaggia per mostrare come l’essere profughi non è una pacchia, come dice Salvini. Apriti cielo grillini e leghisti si sono scandalizz­ati per la foto, non per il bambino morto. Sepolcri imbiancati».

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