Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Acciaierie Venete pronte a ripartire, lavoro salvo
Oggi l’ultimo accertamento sull’incidente prima del dissequestro. I due operai feriti non migliorano
Si terrà oggi nella sede della Acciaierie Venete l’ultimo degli accertamenti irripetibili che i consulenti della procura e delle parti, tanto degli indagati quanto degli operai feriti, dovranno fare sull’impianto teatro del gravissimo incidente del 13 maggio scorso. Erano da poco passate le 7 di mattina quando una siviera contenente acciaio fuso è precipitata dal carroponte, e da questa sono partiti schizzi che hanno provocato gravissime ustioni a due dipendenti delle Acciaierie, oltre che a ferite più leggere ad altri due operai di una cooperativa. Per la terza volta, quindi, i periti torneranno nello stabilimento e verificheranno il movimento dell’impianto. La procura, che ha aperto un fascicolo per lesioni colpose indagando sette persone, tra cui i vertici di Acciaierie Venete, della Danieli (ditta che ha realizzato il perno che sosteneva la siviera) e della coop Hayama Tec di Udine, preme affinché tutti gli accertamenti vengano fatti con estremo rigore ma anche con rapidità, per consentire un rapido dissequestro dell’area ancora sottoposta ai sigilli, bisognosa di importanti interventi di ristrutturazione, consentendo la ripresa della produzione. Solo in questo modo, infatti, si eviterà il blocco del lavoro anche nell’altro stabilimento padovano, quello di via Silvio Pellico, che nelle ultime settimane sta dando fondo alle scorte di materiale conservate in magazzino.
Intanto ieri i rappresentanti sindacali hanno nuovamente incontrato i vertici delle Acciaierie. «Dall’azienda abbiamo avuto la certezza che questo periodo di inattività non sarà valutato come ferie – spiega Loris Scarpa, segretario Fiom Cgil Padova al termine di quasi quattro ore di riunione -. Da parte nostra, ribadiamo che deve essere la società a farsi carico del periodo in cui lo stabilimento è stato sotto sequestro». Passaggio fondamentale, ripetono anche i sindacati, sarà la perizia di oggi. «Vedremo cosa decideranno i consulenti e i tecnici dello Spisal – aggiunge Scarpa -. Poi si vedrà quando ripartire. Intanto le Acciaierie ci hanno assicurato che, nel momento in cui riprenderà il lavoro, si discuterà delle condizioni di sicurezza con noi rappresentanti». E proprio per capire le richieste dei lavoratori, venerdì si terrà una nuova assemblea degli operai. Intanto restano sempre gravissime le condizioni di Marian Bratu e Sergiu Todita, i due lavoratori ricoverati nei centri grandi ustionati di Padova e a Cesena, con ustioni su quasi il cento per cento del corpo. Le loro condizioni non sono migliorate, al punto che i medici ancora non sono riusciti a sottoporli agli interventi di innesti cutanei necessari per evitare il dilagare delle infezioni. «Abbiamo pochissime informazioni – conclude Scarpa – sappiamo solo che sono stabili. Di certo stanno dimostrando di avere una resistenza incredibile».
” I sindacati Deve essere la società a farsi carico del periodo di inattività. Non si pensi di conteggiarlo come ferie