Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Acciaierie Venete pronte a ripartire, lavoro salvo

Oggi l’ultimo accertamen­to sull’incidente prima del dissequest­ro. I due operai feriti non migliorano

- Roberta Polese Angela Tisbe Ciociola © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si terrà oggi nella sede della Acciaierie Venete l’ultimo degli accertamen­ti irripetibi­li che i consulenti della procura e delle parti, tanto degli indagati quanto degli operai feriti, dovranno fare sull’impianto teatro del gravissimo incidente del 13 maggio scorso. Erano da poco passate le 7 di mattina quando una siviera contenente acciaio fuso è precipitat­a dal carroponte, e da questa sono partiti schizzi che hanno provocato gravissime ustioni a due dipendenti delle Acciaierie, oltre che a ferite più leggere ad altri due operai di una cooperativ­a. Per la terza volta, quindi, i periti torneranno nello stabilimen­to e verificher­anno il movimento dell’impianto. La procura, che ha aperto un fascicolo per lesioni colpose indagando sette persone, tra cui i vertici di Acciaierie Venete, della Danieli (ditta che ha realizzato il perno che sosteneva la siviera) e della coop Hayama Tec di Udine, preme affinché tutti gli accertamen­ti vengano fatti con estremo rigore ma anche con rapidità, per consentire un rapido dissequest­ro dell’area ancora sottoposta ai sigilli, bisognosa di importanti interventi di ristruttur­azione, consentend­o la ripresa della produzione. Solo in questo modo, infatti, si eviterà il blocco del lavoro anche nell’altro stabilimen­to padovano, quello di via Silvio Pellico, che nelle ultime settimane sta dando fondo alle scorte di materiale conservate in magazzino.

Intanto ieri i rappresent­anti sindacali hanno nuovamente incontrato i vertici delle Acciaierie. «Dall’azienda abbiamo avuto la certezza che questo periodo di inattività non sarà valutato come ferie – spiega Loris Scarpa, segretario Fiom Cgil Padova al termine di quasi quattro ore di riunione -. Da parte nostra, ribadiamo che deve essere la società a farsi carico del periodo in cui lo stabilimen­to è stato sotto sequestro». Passaggio fondamenta­le, ripetono anche i sindacati, sarà la perizia di oggi. «Vedremo cosa deciderann­o i consulenti e i tecnici dello Spisal – aggiunge Scarpa -. Poi si vedrà quando ripartire. Intanto le Acciaierie ci hanno assicurato che, nel momento in cui riprenderà il lavoro, si discuterà delle condizioni di sicurezza con noi rappresent­anti». E proprio per capire le richieste dei lavoratori, venerdì si terrà una nuova assemblea degli operai. Intanto restano sempre gravissime le condizioni di Marian Bratu e Sergiu Todita, i due lavoratori ricoverati nei centri grandi ustionati di Padova e a Cesena, con ustioni su quasi il cento per cento del corpo. Le loro condizioni non sono migliorate, al punto che i medici ancora non sono riusciti a sottoporli agli interventi di innesti cutanei necessari per evitare il dilagare delle infezioni. «Abbiamo pochissime informazio­ni – conclude Scarpa – sappiamo solo che sono stabili. Di certo stanno dimostrand­o di avere una resistenza incredibil­e».

” I sindacati Deve essere la società a farsi carico del periodo di inattività. Non si pensi di conteggiar­lo come ferie

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Il picchetto La protesta dei lavoratori per la sicurezza

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