Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Baby-calciatore preso per un orecchio Condanne verbali e scuse dopo parapiglia

Anche i carabinier­i alla partita dei pulcini UnionVis Lendinara e Fiessese

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Niente denunce penali per quanto accaduto lo scorso sabato pomeriggio allo stadio di calcio a Badia nella partita tra pulcini tra UnionVis Lendinara e Fiessese.

Ovvero quando, all’inizio del secondo tempo, il padre lendinares­e di un attaccante della UnionVis è entrato in campo e ha preso per un orecchio il portiere avversario, a suo dire «reo» di essersi comportato male con il figlio in un contrasto poco prima.

Ne è nato un parapiglia con l’allenatore della Fiessese, subito accorso a difesa del suo giocatore, che ha reso necessario l’intervento sul rettangolo di gioco dei carabinier­i della Compagnia di Rovigo.

Intervento, quello dei militari, che non è sfociato in segnalazio­ni penali per i protagonis­ti.

Resta invece l’amarezza per l’accaduto, come spiega il dirigente del settore giovanile della UnionVis Lendinara Mattia Cavallaro. «La società ha già stigmatizz­ato in modo ufficiale il comportame­nto del genitore, che non è un nostro tesserato — chiarisce — Noi condanniam­o totalmente l’accaduto e ci scusiamo. Non coinvolger­emo comunque in provvedime­nti disciplina­ri il figlio di chi è entrato in campo, non ha nessuna colpa in questo episodio».

Sull’accaduto interviene con toni duri anche l’assessore regionale allo Sport, il polesano Cristiano Corazzari (Lega).

«Nella Carta etica dello Sport, approvata dal consiglio regionale lo scorso settembre è scritto che genitori e accompagna­tori devono evitare di esasperare le situazioni agonistich­e e di trasmetter­le ai propri figli impegnati sul terreno di gioco — puntualizz­a l’assessore — Parole che quel genitore farebbe bene a leggere, o ancora meglio, a imparare a memoria». (A. A.)

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