Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I pazienti bipolari e gli abusi possibili, norme allo specchio

- S.D’A.

Massimo Cacciari, Umberto Curi, Corrado Viafora, don Renzo Pegoraro. Sarà un parterre d’eccellenza quello che discuterà domani alle 18 nella sala Petrarca del MPX a Padova (via Bonporti) il tema mai così d’attualità dei «Possibili abusi in pazienti con Depression­e unipolare e bipolare resistenti alle cure» derivati dalla nuova legge sul testamento biologico. Il convegno è organizzat­o dall’associazio­ne Minerva per la lotta contro il disturbo bipolare. A introdurre i lavori saranno l’avvocato Ferruccio Pezzangora, presidente di Minerva, e il dottor Paolo Moreni, vicepresid­ente dell’ordine dei medici di Padova, con l’ex procurator­e generale alla Corte di Cassazione Giovanni Palombarin­i a sollecitar­e i relatori e Renata Dal Palù, rappresent­ante del direttivo di Minerva a chiudere i lavori.

L’argomento scelto è delicato. Il capoverso incriminat­o della nuova legge – i cui decreti attuativi dovranno ora essere approvati dal nuovo governo, ma che ha già cominciato a dispiegare i suoi effetti – è quello che recita «in presenza di sofferenze refrattari­e ai trattament­i sanitari il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda e continua» . «Traduzione – dice Renata Dal Palù - : morte in due, tre giorni, suicidio assistito. I pazienti affetti da disturbo bipolare, se non curati o curati inadeguata­mente, a seconda delle statistich­e per il 15-20 % si suicidano e per il 30-50% tentano il suicidio. In una parola la prima battaglia che i medici devono fare con questi pazienti è salvarli dalla morte cui pensano sempre nella fase in cui passano dalle mania alla depression­e. Sono molto lucidi quando ne parlano e la sofferenza psichica è descritta come la peggiore delle sofferenze, tant’è che non temono di darsi anche la morte più atroce. Nessuna sofferenza fisica, infatti, paragonabi­le a quella psichica. Questa legge apre “un’autostrada” verso la morte per questi pazienti. Non c’è dubbio che i pazienti bipolari quando parlano della morte che desiderano come una grande liberazion­e, sono lucidi e ingannereb­bero qualsiasi notaio che debba registrare la loro volontà».

Gli aspetti da tenere sotto controllo sono molti. Per quello ci sarà il profilo legale, ma anche quello medico, perché i medici che hanno in cura questi pazienti devono vigilare sulle reali volontà e su come queste si esprimono. C’è poi il tema dei familiari, che, spesso, esasperati da anni e anni di assistenza potrebbero spingere verso il suicidio assistito. «Questi pazienti – conclude la dottoressa Dal Palù - dopo momenti bui e terribili possono avere lunghi periodi di benessere e con la terapia corretta e continua possono non conoscere più gli abissi cui la patologia può portare. Possono avere momenti di grande felicità e possono dare molta felicità» .

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