Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ex Maddalena, il recupero è ko Il sindaco: vittima di estorsione
«Piano» B per salvare 13,5 milioni di euro in arrivo dal governo
Il Comune di Rovigo stralcia definitivamente il progetto di riqualificazione urbano dell’ex ospedale «Maddalena». E rilancia con un «piano B», per non perdere i 13,5 milioni di euro di fondi governativi, su tre nuovi immobili cittadini e 11 chilometri di strade da rifare in Commenda. Piano alternativo che verrà inviato domani con urgenza dal Responsabile Unico del Progetto, l’architetto Ruggero Tezzon al governo. Progetto che non è detto possa essere accettato però dalla commissione ministeriale.
Intanto per la perdita dell’opportunità di recuperare il «buco nero» della città, come lo ha definito il sindaco Massimo Bergamin, il primo cittadino ci va giù pesante con la società «Cefil».
«Voglio denunciare la situazione — attacca Bergamin — lo farò lunedì dai carabinieri. Mi sono sentito oggetto di un’estorsione da parte di questo privato che ha rilanciato all’ultimo sul prezzo del Maddalena, come se il Comune fosse una slot machine, dopo due anni in cui abbiamo prodotto atti che presenterò alle forze dell’ordine». «Cefil» è comproprietaria, con l’altra società «Reale», dell’ex ospedale della Commenda Ovest. Nei giorni scorsi non ha firmato la cessione al Comune dell’immobile perché riteneva valesse 4 milioni di euro, ben 2 milioni in più rispetto a quanto stimato in una prima fase dell’accordo tra pubblico e privato.
La firma di «Cefil» avrebbe dato l’ok al recupero dell’immobile, cuore del progetto col quale il Comune di Rovigo ha ottenuto i fondi del bando di riqualificazione delle aree urbane di periferia degradate. «Invito tutti, ambientalisti, cittadini e politici di ogni colore a una manifestazione all’ex Maddalena per dare un segnale: occupiamolo, è una vergogna che il privato si sia sottratto alla bonifica e al rilancio» affonda il sindaco leghista.
«Risponderemo sulla questione in una conferenza pubblica aperta alla cittadinanza e al sindaco di cui annunceremo luogo, giorno e ora. Il Comune ci ha negato l’uso di una delle sue sale» ha replicato l’avvocato della «Cefil» Gianni Balzan.
Ieri a Palazzo Nodari è arrivata anche una diffida da parte di «Cefil» che invita il Comune a pagare i 4 milioni di euro.
Intanto il Comune presenterà a Roma entro domani il progetto alternativo e, per la prossima settimana, la richiesta di un incontro alla presidenza del Consiglio dei ministri. Il nuovo piano di intervento prevede il rilancio della ex sede della polizia locale, di Casa «Barotto» e l’ex forno comunale. Incluso il raddoppio del reticolo stradale con interventi di rifacimento completo anche di sottoservizi e impianti di illuminazione. Resta da vedere se Roma però accetterà la proposta.
Intanto ieri la giunta Bergamin ha approvato la parte del regolamento sui plateatici che prevede la possibilità, per gli esercenti, di occupare con sedie e tavolini gli spazi esterni fin sul «Liston» della piazza dalle 18 alle 24 nel periodo estivo.