Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Padova Tre, annullati i sequestri a Borile
La Cassazione ha accolto il ricorso degli ex vertici della società dei rifiuti
Padova Tre, sequestri annullati. L’ennesimo round dell’inchiesta sulla società fallita che doveva occuparsi della gestione dei rifiuti nella Bassa Padovana riguarda un provvedimento emesso dal Gip di Rovigo su richiesta della Procura lo scorso 28 marzo, che sigillava 3,3 milioni di euro a carico di Simone Borile e Stefano Chinaglia, rispettivamente direttore e presidente della spa con sede a Este.
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso fatto da Matteo Conz e Giorgio Gargiulo, legali dei due indagati, e ha disposto l’annullamento del sequestro con rinvio degli atti al tribunale di Rovigo, affinché venga rideterminato il valore attribuibile alla presunta truffa. Ora si attendono le motivazioni della Suprema Corte, intanto però già da oggi i legali si stanno muovendo affinché ai due protagonisti della vicenda vengano restituiti quanto prima i beni.
A fine marzo i sigilli erano stati posti al 50% della casa di montagna di Simone Borile a Cinte Tesino (Trento), la stessa casa su cui, secondo gli inquirenti, erano stati effettuati lavori di ristrutturazione a spese della società Padova Tre, e il 50% della casa della famiglia Borile a Battaglia Terme. Sotto sequestro finì anche il 25% delle quote della Lapis Srl di Monselice, società ancora attiva nel settore della concessione di beni immobili, riconducibile a Simone Borile, nonché un appartamento a Piove di Sacco e due automobili, tutto intestato a Stefano Chinaglia.
L’inchiesta, da poco chiusa con dieci indagati per peculato, falso in atto pubblico, frode fiscale e truffa agli utenti, è stata condotta dal pubblico ministero Davide Nalin (poi finito nel sexy scandalo della scuola di formazione per magistrati, e rimosso dall’incarico), che dopo un travagliato iter fatto di ricorsi, era riuscito a ottenere dal gip di Rovigo i sequestri chiesti mesi prima. Il provvedimento mirava a sigillare i beni ai fini della conquista per una truffa, contestata dal pm, relativa al mancato versamento del Tap, tributo ambientale provinciale, che Padova Tre doveva versare alla Provincia dopo averlo riscosso dalle bollette, e che non è mai stato liquidato. I legali hanno fatto ricorso in Cassazione presentando vizi di procedura del tribunale di Rovigo, che evidentemente sono stati accolti dagli Ermellini. In attesa che inizi il processo, sul fronte dei sequestri, la palla trona al tribunale che deve rideterminare l’entità della presunta truffa.