Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cavallari, il consulente del lavoro che fu socialista «Ospedale: tutela a servizi e lavoratori, ma dimagrirà»
È candidato sindaco con 4 liste civiche più a una del Partito Democratico. Lamberto Cavallari, 46 anni, è in corsa per le prossime Comunali ad Adria. Al suo fianco l’ex primo cittadino di centrodestra Bobo Barbujani e la sua lista civica personale. Già in
Tanti nomi illustri a sostenerlo, alcuni anche di fede politica opposta. Lamberto Cavallari corre a sindaco con un’ampia coalizione formata da 5 liste. Tra queste una è quella del primo cittadino fatto decadere di area centrodestra, Massimo «Bobo» Barbujani, che si ripresenta come capolista. Un’altra è quella del Pd che, tra i propri nomi, schiera quello dell’ex sindaco di centrosinistra Sandro Gino Spinello.
La sanità è un tema «caldo», anche alla luce della riorganizzazione dell’ospedale di Adria. Qual è la sua posizione?
«L’ospedale di Adria è fondamentale dal punto di vista sanitario ed economico per l’indotto che ha sviluppato. La sanità è cambiata e non possiamo più avere ospedali da Anni ’90. Però deve mantenere i servizi essenziali, specie pensando alla popolazione sempre più vecchia e salvaguardare i posti di lavoro. È importante difenderlo, ma in modo unitario. Abbandoniamo le divisioni e pensiamo solo alla tutela della struttura».
Con l’azienda di Ca’ Emo «Coimpo» cosa pensate di fare, quale futuro per l’area?
«Bisogna sempre avere rispetto quando si parla di «Coimpo», non si può fare una campagna elettorale su quattro morti. Rispetteremo le sentenze della magistratura e ci impegneremo perché gli adriesi non paghino i costi della bonifica se dovessero risultare errori altrui nella gestione».
Casa di riposo adriese, quali sono le priorità alla luce delle numerose difficoltà sopravvenute?
«In primis solidarietà ai dipendenti per il lavoro che fanno tutti i giorni. Dentro quella struttura ci sono anche pazienti che meritano rispetto. Le cose non possono continuare così, vanno prese decisioni. Dobbiamo aspettare la riforma delle Ipab, poi sono convinto che debba rimanere pubblica ed efficace nel dare servizi sul territorio, come per l’assistenza domiciliare».
Perché s’è schierato, tra gli altri, con la lista civica di Barbujani dopo che il centrosinistra si è adoperato per farlo decadere da sindaco?
«Il centrosinistra era all’opposizione, aveva un dovere morale. Dopo il 22 febbraio si è chiusa una stagione. Abbiamo scelto di andare oltre i partiti. Barbujani ha vinto tre volte, sostenuto dai cittadini. Vogliamo prendere il buono che c’è in tutti, uscendo dagli schemi più tradizionali».
Le liste
Cavallari ha una propria lista civica, «Cavallari sindaco 2.0»: Roberta Paesante, Stefano Andreotti, Fabio Casellato, Alberto Casetta, Giovanni Cattozzi, Fortunato Dalla Vecchia, Giuliana Fantinati, Viviana Franzoso, Mario Fregnan, Laura Guerra, Marco Lorenzini, Paola Marangoni, Pietro Munari, Denis Rosso, Martina Trombini, Lorenzo Zanellato. Con lui la lista «Bobosindaco»: Massimo Barbujani, Daniele Albertin, Elena Bonazzi, Alessandro Camisotti, Maria Claudia Celadin, Niccolò Guarnieri, Anna Paola Lisi, Umberto Parcelj, Antonella Ravagnan, Nicola Resta, Michele Rigoni, Fabrizio Romani, Daniele Tecchiati, Guido Tumiatti, Pia Vincenzi, Mara Zanforlin. Anche il Pd: Federico Cuberli, Sandro Gino Spinello, Pierpaolo Ballo, Giovanna Bedeschi, Niccolò Bellini, Marco Bovolenta, Aurora Cassetta, Emanuela Finesso, Leano Lunardi, Carlotta Mazzucato, Ilaria Modena, Beatrice Pozzato, Roberto Siviero, Diana Tumiatti, Edoardo Zambon, Giorgio Zanellato. Ancora la «Lista Civica Frazioni»: Marco Santarato, Michela Donà, Morena Trevisan, Federico Lucchin, Cosetta Fecchio, Mario Andriotto, Katia Belvedere, Luca Romagnolli, Samantha Roccato, Michael Cappato, Micael Pasquali, Chiara Zennaro.
Infine la lista «Ora Cambia»: Luciano Fantinati, Paolo Zerbinati, Gilberto Maddalena, Alberto Bergo, Roberto Michieletti, Lara Baruffa, Jana Cendali, Nadia Beccati, Lesja Borisenkova, Alessandra Fantinati, Emiliano Pavan, Romeo Callegari, Fausto Marinelli, Eolo Giacomo Zanforlin, Irene Renier, Antonio Munaretti.