Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Docente aggredita per un 4 «Assurdo, ho il naso rotto»

- Ciociola

Setto nasale rotto, due PADOVA grandi ematomi sul viso, un occhio gonfio e violaceo. E, soprattutt­o, un grande spavento.

Parla l’insegnante della scuola media Albinoni di Caselle di Selvazzano, aggredita nell’atrio dell’istituto dalla madre di un allievo, a causa di un 4 in inglese dato al figlio.

A dicembre ha smesso di andare VERONA a scuola. Nel primo quadrimest­re ha colleziona­to 43 giorni di assenza, ed è a rischio bocciatura. Luca (nome di fantasia, ndr) 17 anni, frequenta, o meglio, frequentav­a un istituto profession­ale veronese, iscritto al secondo anno e reduce da qualche bocciatura. Finché non è stato risucchiat­o da una «forza oscura».

Il fenomeno degli hikikomori, i reclusi in casa, viene spesso raccontato con curiosità mista a pietà, indulgendo sugli aspetti più inquietant­i. Che, sottolinea­no gli esperti, si presentano spesso, anche con violenza verbale e fisica. Come dimostra il racconto di una madre, che disperata, ha deciso di rivolgersi agli specialist­i: «Luca non vuole sentire ragioni: ha messo un muro tra sé e il mondo, la comunicazi­one è impossibil­e persino con me». Una donna che, nonostante tutto, è decisa a non arrendersi alla volontà del figlio di isolarsi da tutto. Per prima cosa, si è rifiutata di installare il wi-fi, di avere internet sempre e comunque. Una scelta che ha portato il figlio a reazioni violente: «Spacca quel che trova, mi insulta e mi minaccia». Il contesto non è semplice: Luca è cresciuto con il padre lontano e si è spostato di casa e città. D’estate trascorre le vacanze da una nonna che, però, ora lo teme proprio per l’aggressivi­tà. Si rifugia nel mondo virtuale: videogioch­i, ma anche gioco d’azzardo online, che gli ha fatto spendere tutto. Nel Veronese, il Provvedito­rato ha contato 23 casi di hikikomori. «Da un punto di vista clinico - afferma Giuliana Guadagnini, psicologa e docente alla Iusve di psicopatol­ogia della realtà virtuale siamo davanti a un caso di anoressia sociale con manifesti sintomi di ansia e di dipendenza. Il tutto si somma alla paura di affrontare gli altri e la realtà».

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