Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Stallo del nuovo ospedale Giordani rompe il silenzio: «Siamo pronti anche ora»

Il sindaco avverte i privati: andiamo avanti o finisce per avvocati

- di Davide D’Attino

Due mesi sono passati PADOVA da quando, era il 9 aprile scorso, il consiglio di Palazzo Moroni ha approvato l’accordo sul cosiddetto doppio polo medico sanitario. E quasi sei ne sono trascorsi da quando, era il 21 dicembre 2017, il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco Sergio Giordani hanno sottoscrit­to l’intesa che prevede, appunto, l’ammodernam­ento del «vecchio» ospedale di via Giustinian­i, a cominciare dalla costruzion­e della nuova Pediatria, e la realizzazi­one di un nuovo policlinic­o universita­rio a Padova Est. Ma da queste due date, nonostante la ritrovata comunione d’intenti tra Regione e Comune, poco o nulla si è mosso. E il progetto che mira alla creazione di due strutture complement­ari e di pari dignità, tanto da possedere 900 posti letto ciascuna, giace fermo al palo.

La ragione di tale stallo, l’ennesimo di un’infinita telenovela che si trascina ormai da 14 anni (sì, quattordic­i), è soprattutt­o una. E, come si va ripetendo da tre settimane, chiama in causa i privati che, stando al patto sancito quando al governo di Palazzo Moroni c’era Massimo Bitonci, dovrebbero cedere gratuitame­nte al Comune (che a sua volta, sempre gratuitame­nte, li metterebbe a disposizio­ne dell’Azienda Ospedalier­a, stazione appaltante dell’opera) i 130mila metri quadri di loro proprietà nell’area di San Lazzaro. Il patto prevede che i privati ottengano il permesso di sviluppare una volumetria di 190mila metri cubi con destinazio­ne mista nei restanti 120mila metri quadri che possiedono a fianco.

In questo modo, in aggiunta ai 250mila metri quadri di cui il Municipio è già titolare, la superficie destinata al nuovo policlinic­o raggiunger­ebbe quota 380mila metri quadri, senza poi contare altre porzioni di terreno comunale che porterebbe­ro il conto finale a mezzo milione di metri quadri. Cioé lo spazio minimo richiesto dall’Università per poter concentrar­e, in un unico sito, le attività di cura con quelle didattiche e di ricerca.

Il problema però è che questi privati, rappresent­ati dagli avvocati di Mps e Unicredit, dal commissari­o liquidator­e Simone Salata e dal commercial­ista Federico Roberto per conto del Consorzio Urbanizgli zazione Quadrante Nordest, non intendono procedere alla cessione dell’area prima che venga firmato un «vero» accordo di programma tra tutti enti coinvolti (Regione, Comune, Azienda Ospedalier­a, Università, Iov e Provincia), dato che giudicano l’accordo sottoscrit­to alla vigilia di Natale scorso dal governator­e Zaia e dal sindaco Giordani una «semplice» intesa politica e non un «contratto» vincolante. . Sul tema, dopo aver assistito per qualche giorno in silenzio al riaccender­si del dibattito, è intervenut­o ieri lo stesso Giordani.

«Il nuovo ospedale di Padova col doppio polo sancito dall’accordo firmato con Zaia noi lo vogliamo fare, stop – ha ricordato il primo cittadino –. Abbiamo solidità e numeri blindati per votare gli atti amministra­tivi necessari e lavoreremo anche di notte perché si faccia. Non possiamo permetterc­i che riparta il gioco del cerino acceso in mano e delle punzecchia­ture reciproche. Ho già detto al presidente della Regione che noi siamo pronti a mettere a disposizio­ne, anche domani, i terreni di nostra proprietà. Per quanto riguarda invece quelli dei privati, il discorso è molto semplice: da chi mi ha preceduto (Bitonci, ndr), ho ereditato precisi atti amministra­tivi che affermano che quelle aree spettano al Municipio. Sul punto, come ho già ribadito più volte, sono pronto a far valere i nostri diritti in tutte le sedi opportune, ma spero e sono convinto che prevarrà il buonsenso e che questo rallentame­nto sia soltanto il frutto di un malinteso».

” Lavoriamo di notte Abbiamo solidità e numeri blindati in consiglio e lavoreremo anche di notte se serve

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Il sindaco Sergio Giordani

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