Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Parchi regionali, altro che «paroni in casa nostra» È tutto nelle mani di Zaia
Nei giorni scorsi, trionfalisticamente, diversi esponenti della Regione Veneto hanno annunciato che la seconda commissione consiliare ha «licenziato» il progetto di legge: «Norme per la riorganizzazione e la razionalizzazione dei parchi regionali», inviandolo per le audizioni.
Il progetto è stato presentato dalla maggioranza il 6 maggio 2016 ed ancora deve passare al Consiglio per esame ed eventuale approvazione: che lunga «gestazione»!
Oltretutto ben poco è cambiato rispetto al testo originario della proposta; è previsto che siano organi: a) la comunità del parco; b) il consiglio direttivo; c) il presidente; d) il revisore dei conti. La comunità del parco, che dovrebbe sostituire il vecchio consiglio, sarebbe costituita dal sindaco di ciascun comune il cui territorio è ricompreso nel parco, oppure da un suo delegato permanente e da tre soggetti designati dalla giunta regionale.
Il consiglio direttivo, che sostituirebbe il vecchio comitato esecutivo, dovrebbe essere nominato dal presidente della giunta regionale e costituito da due componenti tra i tre scelti dalla giunta regionale per la comunità del parco; un solo sindaco scelto dal presidente della giunta regionale e da due «esperti» nominati dalla comunità del parco. Non ci sarà quindi più un rappresentante per ciascun comune, come era previsto sino ad ora, con buona pace della rappresentatività delle popolazioni interessate.
A mio avviso inspiegabile, è poi la previsione che «in ragione della specificità dei territori montani» nel consiglio del parco della Lessinia vi sia anche «un componente rappresentante dei proprietari terrieri, costituiti in associazione e che rappresentino almeno la maggioranza dei terreni agro-silvopastorali privati, inclusi nel parco». Perché per la specificità dei territori deltizi non si stabilisce altrettanto per il nostro parco? Il Presidente del Parco è scelto, in totale discrezionalità, dal presidente della giunta regionale. In definitiva, ancora una volta, una «variante essenziale» del motto leghista «paroni in casa nostra» che diviene «paron in casa tua»: l’organigramma dei parchi dovrebbe essere tutto «nelle mani» di Zaia.