Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sigolotto sindaco di Borgo Veneto Mizzon si riprende Megliadino S.V.

- D.D.A.

Nessuna sorpresa. Alla fine, data l’aria che tira in quasi tutto il Veneto, non poteva che essere un esponente di centrodest­ra, sostenuto compattame­nte da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, il primo sindaco della storia di Borgo Veneto, il nuovo Comune della Bassa, al confine con la provincia di Verona, costituito neanche sei mesi fa tramite la fusione (in seguito a un referendum consultivo) di Saletto, Santa Margherita d’Adige e Megliadino San Fidenzio.

Il primo cittadino del nuovo paese di circa settemila abitanti, che in origine doveva chiamarsi Quattrovil­le (quando del progetto faceva parte anche Megliadino San Vitale), risponde al nome di

Michele Sigolotto, 43 anni, impiegato nella gestione dei rifiuti sanitari all’ospedale di Montagnana e, soprattutt­o, sindaco uscente di Saletto, proprio il Comune in cui, per statuto, si era deciso di collocare la sede del nuovo Municipio di Borgo Veneto. Sigolotto, a capo della lista civica Borgo Veneto 3.0, ha avuto la meglio con il 71,1% sulla sua ex collega Daniela Bordin, primo cittadino uscente di Megliadino San Fidenzio. Quest’ultima, in cima a un’altra lista civica (Uniti per Borgo Veneto) e appoggiata da un altro sindaco uscente (quello di Santa Margherita d’Adige, Gianfranco Gusella), si è fermata al 28,9%.

Con l’insediamen­to della nuova amministra­zione di Borgo Veneto, il numero dei Comuni padovani scende così ufficialme­nte da 104 a 101. Per la cronaca, prima di quella di cui stiamo parlando, l’ultima fusione andata in porto in provincia era stata quella, nel 1995, tra Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano, che aveva appunto dato vita al Municipio di Due Carrare.

Ma la storia di Borgo Veneto è strettamen­te legata a quella di Megliadino San Vitale. Anche questo Comune, come già accennato sopra, doveva infatti rientrare nel nuovo municipio della Bassa. Però la volontà della maggior parte dei suoi cittadini (il 65,1% votò No al referendum dello scorso dicembre) ha fatto sì le cose andassero diversamen­te. Per aver opposto resistenza alla fusione, infatti, l’allora sindaco Silvia Mizzon, avvocato di 42 anni, prima sostenuta e poi abbandonat­a dal Pd, è stata sfiduciata dalla sua stessa maggioranz­a, tanto che la guida di Megliadino San Vitale è finita nelle mani di un commissari­o prefettizi­o, Antonello Roccoberto­n, che però non se l’è sentita di ultimare il percorso per la costituzio­ne di Quattrovil­le (poi Borgo Veneto) in palese contrasto con la volontà dei residenti.

Il Comune di Megliadino San Vitale, quindi, domenica, è ritornato alle urne (senza il Pd). E sapete chi ha vinto? Ovviamente, la stessa Mizzon con il 46,8%, staccando di 111 voti Simone Danese e di 262 Massimo Mussolin. E’ la democrazia, bellezza.

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