Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Asco Holding, tregua armata Pronto l’appello contro il Tar
La fase che si è aperta su Asco Holding, con il voto del Cda di venerdì pomeriggio, è quella della tregua armata. La manovra, con una modifica allo statuto, consente in primo luogo di riequilibrate i poteri fra Cda e assemblea, come sollecitato dalla sentenza del Tar con cui si respingeva la percorribilità della fusione in Asco Tlc per superare la legge Madia. Poi si indica la via per liquidare il socio privato Plavisgas, proprietario dell’8,6% e gli altri Comuni soci che volessero uscire. La dimensione rischiosa è il limite fissato per mantenere il controllo in mano pubblica della holding. Se i Comuni che vorranno lo stesso trattamento di Plavisgas saranno oltre una certa quota – il 38% è il massimo che la Holding potrà liquidare – la macchina si incepperebbe e nessuno otterrebbe soddisfazione. E questa è la prima pistola sotto il tavolo.
Un secondo importante aspetto è l’impugnazione al Consiglio di Stato da parte di un gruppo di Comuni, guidati da Sernaglia della Battaglia, della sentenza del Tar. Una contraddizione se fra essi c’è anche chi al tavolo del Cda di Asco Holding, ha dato il via alla liquidazione di quel privato che il ricorso al Tar lo aveva promosso.«“Non è proprio così – spiega Sonia Fregolent, primo cittadino di Sernaglia – perché i termini per opporsi scadono prima dell’assemblea del 23 luglio in cui la manovra del Cda dovrebbe essere approvata. Quindi, in via precauzionale, il nostro dissenso alla sentenza del Tar deve essere depositato perché esistono vari aspetti meritevoli di contestazione». Ma il rischio è che il secondo grado di giudizio confermi il primo. In questo caso, è il pronostico di Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano, fra i più critici nei confronti dell’attuale governo di Asco Holding, «i sindaci ricorrenti perderebbero il diritto di voto in assemblea, sarebbero annullate tutte le delibere fin qui approvate dai municipi, scadrebbero i termini per aderire alla ‘Madia’ e le quote della holding dovrebbero essere vendute. A chi, dato che non sei sul libero mercato?», si chiede Della Pietra. «Ai privati che ne hanno diritto di prelazione. Cioè Plavisgas e Amber, che inevitabilmente spunterebbero un prezzo molto più basso».
Sempre a proposito di azioni legali Della Pietra ed un altro gruppo di sindaci stanno avviando un percorso per denunciare il Cda di Asco Holding alla magistratura ordinaria per i danni arrecati ai Comuni soci a causa dell’insistenza di perseguire una fusione fra la Holding e la controllata Asco Tlc, dichiarata poi dal Tar impercorribile. Con la decisione di due giorni fa, rispetto almeno agli obblighi della Madia, la soluzione è stata trovata? «Ci siamo avvicinati molto – risponde il presidente, Giorgio Della Giustina – ma ancora non ci siamo. La nostra è stata una manovra societaria a prescindere dalla Madia, e per quest’ultimo aspetto confidiamo nel nuovo governo. Basterebbe pochissimo». Se uno dei limiti della Holding è di non avere dipendenti, in pratica, sarebbe sufficiente che la normativa venisse modificata equiparando la condizione al fatto di avere, come avviene per Asco Holding.