Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
DOVE I BIMBI SONO LE VITTIME
La strage degli innocenti non è solo un lontano (ed incerto) episodio evangelico ed Erode è purtroppo sempre presente nella società attuale, che pure afferma di amare i bambini come mai nel passato. A parte le stragi di bambini vere e proprie – ieri a Sarajevo, oggi in Siria o sui barconi nel Mediterraneo – esiste anche la realtà poco conosciuta dei maltrattamenti. Una realtà portata alla luce dall’ultimo rapporto del Cesvi intitolato «Liberi tutti». Qualche numero: i servizi sociali dei Comuni italiani seguono ogni anno circa 100 mila casi di bambini maltrattati, cioè quasi un minore ogni cento residenti. Tuttavia si stima che per ogni caso emerso ce ne siano ben nove nascosti che non verranno mai né seguiti né curati. Non solo quindi la realtà del maltrattamento, della trascuratezza e dell’abuso dei minori (sono ben 25 mila i siti pedopornografici) è molto più vasta di quanto si pensi, ma rimanda a famiglie violente, a relazioni degradate e ad adulti che si portano dentro le tracce psichiche di ciò che hanno subito nel buio della loro infanzia. Il Cesvi nel suo rapporto fa una lettura statistica del contesto delle varie regioni italiane rispetto ai fattori di rischio che viene poi confrontata con la lettura dei servizi che i territori hanno sviluppato per la prevenzione ed il contrasto del maltrattamento. Il confronto tra l’indice di contesto e quello relativo alle politiche e ai servizi permette di creare un indice delle regioni.
Regioni che presentano condizioni migliori o peggiori rispetto alla vulnerabilità al maltrattamento dei bambini e la capacità o sensibilità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastarla attraverso politiche e servizi. Ancora una volta emerge l’Italia fin troppo eterogenea di sempre, dove la divisione non è però tra il solito nord ed il solito sud, ma tra un solo nordest totalmente virtuoso che vede eccellere (nell’ordine) Emilia, Veneto, Friuli e Trentino ed un sud in cui brillano – in negativo purtroppo – Puglia, Sicilia, Calabria e soprattutto Campania. Una Campania di cui è notoriamente paradigmatica la situazione dei cosiddetti ragazzi di
Scampia. Come si è detto la prima posizione è appannaggio dell’Emilia specie per quanto riguarda il sistema dei servizi dedicati alla capacità di cura e di lavorare, del Friuli per la capacità di accedere alle risorse e del Trentino per la capacità di acquisire conoscenza e sapere; il Veneto, pur essendo secondo nella classifica generale, non è primo in nessuna capacità ma il suo ottimo posizionamento è dato comunque da un buon equilibrio complessivo su tutti gli aspetti presi in considerazione dalla ricerca.Se si pensa che un minore rischia maggiori maltrattamenti in famiglie con elevati livelli di povertà, bassi livelli di istruzione, alto consumo di alcol e di droghe da parte dei genitori, situazioni di disoccupazione, incapacità dei servizi di prevenire ed agire, allora si può dire che le quattro regioni del nordest hanno evidentemente un tessuto sociale con un buon grado di tenuta complessiva.