Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sant’Antonio, festa per i giovani «Non si lascino traviare dai soldi» Suppliche per il lavoro e l’amore
E’ dedicata ai giovani, come tutto il giugno antoniano, la festa di Sant’Antonio che si celebra oggi in Basilica e per le vie della città. I giovani soli, single, fragili a volte fino al suicidio, schiavi del giudizio altrui e di una società votata all’immagine e all’avere. «Sant’Antonio sarebbe un giovane dal forte desiderio di vivere — riflette padre Oliviero Svanera, rettore della Basilica — non si lascerebbe sedurre facilmente dalle sirene di un godimento schiacciato sul consumo di beni o schiavo della pulsione del “tutto e subito” o di un desiderio sregolato, volubile ed edonista. Sarebbe un giovane coraggioso e tenace nel perseguire i suoi sogni, con un grande desiderio di mettersi alla prova e donarsi. Avrebbe fiducia in sé e generosità». Ecco allora l’appello ai ragazzi: «Abbiamo bisogno di uomini e donne impegnati nel sociale, nella politica, nella scuola, nell’economia. Persone che, come il Santo, non si accontentino dei piccoli sogni, ma sognino in grande».
«I problemi dell’economia di oggi sono etici — avverte monsignor Fabio Dal Cin, delegato pontificio per la Basilica e alla sua prima festa del Santo — per i soldi si può arrivare a compiere qualsiasi misfatto. Sant’Antonio questi vizi li ha combattuti ma oggi si vorrebbe una chiesa che preghi e resti chiusa in sagrestia. No, la fede dev’essere portata nella vita di tutti i giorni. Ci lamentiamo perché molte cose non funzionano: scuola, sanità, Servizi sociali, lavoro. Ma dove siamo noi cristiani cattolici devoti di Sant’Antonio? Se i devoti del Santo arrivassero puntuali, impiegassero bene nel lavoro il tempo per cui sono pagati, trattassero con premura, rispetto e delicatezza le persone, il mondo cambierebbe».
Parole che suonano come un balsamo per i 70mila pellegrini dall’inizio della tredicina contati nella Cappella delle Reliquie, ma soprattutto per i milioni di fedeli che negli anni hanno lasciato una cascata di ex voto sulla tomba del Santo come ringraziamento delle grazie ricevute (soprattutto guarigioni ma anche miracolose sopravvivenze a paurosi incidenti stradali), vi depositano suppliche scritte o le inviano al sito www.carosantantonio.org. Di ex voto i frati hanno una stanza piena e li espongono a turno, mentre le preghiere non si contano più. Le più numerose riguardano la salute e il lavoro, ma siccome Antonio è anche il santo della zitelle all’approssimarsi della sua festa aumentano le implorazioni di trovare marito rivolte da donne di tutto il mondo. Molte delle quali, da tradizione, il 13 giugno arrivano alla Basilica accompagnate da madri, nonne, zie e sorelle per chiedere il miracolo. E una volta ottenuto, mandano al Santo l’abito da sposa, le fedi, il velo nuziale, la treccia dei loro capelli, le babbucce del primo figlio, preziosi cimeli custoditi nel museo interno al Santuario. «Caro Sant’Antonio, ti chiedo di trovare un bravo ragazzo cristiano con cui condividere la vita», scrive Lucia; «Caro Sant’Antonio, vorrei una particolare benedizione: il 15 settembre prossimo mi sposo. Incredibile alla mia età», la preghiera mandata da Laura; «Intercedi per il mio matrimonio religioso», supplica Emma; «Caro Sant’Antonio, chiedo la tua intercessione affinchè io trovi un compagno di fede e di vita», la lettera di Carla. Di altro tenore la richiesta di Giorgina: «Ti prego per mio marito, se n’è andato di casa, lasciando me e i nostri due figli». Tantissime le persone che chiedono aiuto ad Antonio per trovare o mantenere il lavoro, «perchè salvi la nostra azienda dal fallimento e dal pignoramento», «perchè ci sostenga nelle difficoltà economiche».
Oggi la Basilica resta aperta dalle 6 (prima messa), alle 22.30 (l’ultima celebrazione è alle 21). Alle 11 la cerimonia con il vescovo Claudio Cipolla, alle 17 la messa solenne e alle 18 la processione, entrambe in diretta su Telechiara.
” Le preghiere Leonardo: «Salva la nostra azienda dal fallimento e dal pignoramento». Lucia: «Ti chiedo di trovare un bravo ragazzo con cui condividere la vita»