Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ex Maddalena, Bergamin scavalca E la proprietà minaccia la denuncia
Il sindaco e il sopralluogo nell’ospedale abbandonato: «Devo tutelare i cittadini»
Il sindaco Massimo Bergamin, dopo il mancato avvio del progetto di recupero dell’ex ospedale Maddalena, è tornato ad ispezionare l’area degradata. Il primo cittadino leghista ieri mattina ha scavalcato la rete passando dal parco giochi pubblico dell’ex nosocomio della Commenda Ovest per accedere all’area privata di proprietà delle ditte Cefil e Reale. Ma il sindaco rischia di essere denunciato per violazione della proprietà privata.
Ad annunciargli querela è Pierluigi Filon, tramite l’avvocato Gianni Balzan. Filon, proprietario di Cefil, ieri mattina aveva raggiunto il sindaco per impedirgli di entrare nella sua proprietà ma è arrivato troppo tardi. «Stiamo cercando di ricostruire i fatti spiega Balzan- Una volta ricomposto tutto decideremo come procedere».
Bergamin, che durante il blitz è stato affiancato dal comandante della polizia locale, Giovanni Tesoro, dichiara di aver agito per la tutela e la sicurezza della cittadinanza. «Io sono il sindaco e devo tutelare i cittadini da quello che è e rimarrà un buco nero della città - dice Bergamin - Sono arrivato al parco e ho sentito delle voci provenire dall’area interna. Di nuovo sbandati e abusivi che alloggiavano illegalmente nell’area e ho chiesto a Paolo Reale l’autorizzazione per entrare». Reale, comproprietario dell’ex Maddalena, conferma di aver ricevuto la telefonata e di aver autorizzato il primo cittadino ad accedere.
All’interno, secondo il racconto di Bergamin, sono state trovate due giovani, segnalate alle forze dell’ordine e per questo ha dichiarato il sindaco «sarà emanata una nuova ordinanza per tutelare l’area e le famiglie del quartiere, stanche di vivere sotto costante minaccia».
L’ex Maddalena doveva essere recuperato con i 13,5 milioni di euro del bando governativo vinto dal comune di Rovigo per il rilancio delle area urbane periferiche degradate. Ma dopo due anni di progetto e di documenti stilati per regolamentare il rapporto tra pubblico e privato per la cessione dell’area, Pierluigi Filon, uno dei due proprietari, per motivi economici ha fatto un passo indietro e non ha firmato la convenzione con il sindaco Bergamin.
Ad oggi, dal governo, non è ancora giunto l’ok al progetto alternativo inviato d’urgenza dall’amministrazione del capoluogo per non perdere i fondi.