Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In cella per aver consentito lo stupro della figlia. Non era vero

- Di Roberta Polese

Ha atteso con pazienza che i giudici riuniti in camera di consiglio decidesser­o del suo destino, e quando sono usciti con il verdetto di assoluzion­e si è sciolto in un abbraccio con Lonardo Arnau, l’avvocato che lo ha tenacement­e difeso dalla più dura delle accuse: aver spinto sua figlia di 16 anni a sposare un uomo molto più vecchio di lei, che l’ha costretta più volte a rapporti sessuali che lei non voleva. L’imputato, originario del Bangladesh e il cui nome viene omesso per non compromett­ere la privacy della figlia, era imputato per violenza sessuale. Secondo l’accusa aveva lasciato che il marito imposto alla ragazza perpetrass­e le violenze anche sotto il loro stesso tetto, nella casa che condividev­ano nell’Alta Padovana. Nella scorsa udienza il toccante racconto della figlia, oggi 22enne, finalmente sposata con il ragazzo italiano che amava fin da piccola, ha convinto il pubblico ministero Silvia Golin a chiedere l’assoluzion­e, e i giudici hanno accolto la richiesta. La giovane donna ha detto che suo padre non sapeva e non poteva sapere che lei era costretta a subire rapporti sessuali non voluti: quel matrimonio che le aveva imposto non era altro che il frutto della sua tradizione e della sua cultura, ma non avrebbe mai voluto farle del male. La ragazza aveva raccontato per oltre un’ora come aveva vissuto gli anni in cui il suo vero amore, un coetaneo dell’Alta Padovana, le era stato negato in favore di un cugino giunto dal Bangladesh, cui lei era destinata da vecchi accordi tra famiglie. «Mio padre mi amava, non ha mai voluto farmi del male» aveva raccontato ai giudici contribuen­do così alla sua assoluzion­e. La vicenda fece scalpore nel 2013, quando i fatti divennero pubblici in seguito all’arresto dei due uomini (il padre e il marito-cugino). Il padre era accusato di aver costretto la figlia a sposarsi con rito tradiziona­le del Bangladesh (quindi il matrimonio è legalmente nullo) con un cugino che le era stato assegnato da piccola. L’uomo (34 anni) aveva poi abusato della giovane sposa mentre era ospite nella casa dal suocero. La vicenda emerse tramite il professore di lettere della sua scuola, il quale allertò procura e polizia. Di recente il cugino è stato condannato a tre anni e due mesi, ma la pena non è mai stata scontata perché nel frattempo è scappato nel paese d’origine. Il padre invece aveva patteggiat­o, ma il provvedime­nto è stato annullato dalla Cassazione e l’uomo è finito a processo. Ora, a distanza di sei anni, la ragazza si è rifatta una vita a Londra e il padre ha capito e ammesso i propri errori. «Sono contento di come sia finito il processo, è stata fatta giustizia», ha detto. Ed è corso subito a telefonare a sua figlia, per darle la notizia dell’assoluzion­e.

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La violenza La ragazza è stata stuprata dal marito, ma l’uomo non sapeva degli abusi

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