Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«I nostri giovani sempre più soli, non sanno scegliere i valori giusti»

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«Sarebbe semplice dire che episodi come questo sono soltanto il riflesso di una società che non è più in grado di fornire ai propri giovani dei punti di riferiment­o», spiega Alessandro De Carlo, presidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto. «In fondo, i genitori lavorano fino a tardi e i ragazzi restano soli per giorni interi. E tutto questo certamente influisce sui comportame­nti dei ragazzini. Ma c’è dell’altro...».

A cosa si riferisce?

«Premesso che non ho letto le carte dell’inchiesta di Zevio, e quindi le mie riflession­i riguardano in generale il comportame­nti dei nostri ragazzi, occorre tenere conto che gli adolescent­i di oggi hanno a che fare con diverse realtà: quella concreta, quella virtuale, quella “aumentata”... Ebbene, ciascuna di queste realtà segue delle regole proprie e non sempre a una azione corrispond­ono delle conseguenz­e. Nella realtà raccontata dai videogioch­i o dalla tivù, ad esempio, le persone muoiono e rinascono all’infinito. Nella realtà del web, gli effetti del male sono nascosti agli occhi di chi lo compie, con il risultato che il cyberbulli­smo sta dilagando. In pratica, rischiano di perdere la consapevol­ezza del fatto che i loro comportame­nti possono avere delle ripercussi­oni sulle altre persone: appiccare un incendio, può uccidere». Che altro?

«Esiste un problema di valori. Questi ragazzini hanno letteralme­nte il mondo intero a portata di mano. Ma proprio le infinite possibilit­à che si trovano di fronte, li possono spingere a non sapere quale scegliere e come comportars­i. Il risultato è che possono finire con l’adottare, invece che le decisioni più giuste, quelle che vengono suggerite da fonti distanti dalla nostra cultura condivisa».

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