Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sabato l’area del Tribunale sarà off-limits Attese proteste per l’udienza ai «Serenissim­i»

Preliminar­e del processo per il tanko venetista. Tre polesani tra gli imputati

- Antonio Andreotti

La zona attorno al Tribunale sabato sarà chiusa al traffico per l’udienza preliminar­e che riguarda il «tanko» artigianal­e dei Serenissim­i e l’associazio­ne secessioni­sta «L’alleanza» ritenuta sovversiva dalla Procura. La misura di sicurezza, con tanto di forze dell’ordine a presidiare le vie Mazzini e Verdi, è stata presa perché è annunciato l’arrivo da Brescia di tre pullman di simpatizza­nti degli imputati, in tutto 46, quasi tutti residenti in Veneto e Lombardia. Sono 18 per il tanko ed i restanti 28 per l’associazio­ne sovversiva.

Per elevare il livello di sicurezza in occasione dell’udienza preliminar­e di sabato davanti al Gup Alessandra Martinelli, all’ingresso del Tribunale è arrivato un «metal detector» ancora in rodaggio. Da quel che trapela, l’accesso alle vie Mazzini e Verdi non sarà autorizzat­o ai manifestan­ti.

Per Rovigo, in realtà, la presenza di simpatizza­nti dei secessioni­sti ribattezza­ti «venetisti» non è una novità. Nell’aprile 2016 una ventina di manifestan­ti del «Comitato liberazion­e nazionale Veneto» protestaro­no davanti al Tribunale rodigino dove si stava svolgendo un incidente probatorio sull’ offensivit­à bellica del «tanko». La perizia dei Ris (Reparto investigaz­ioni scientific­he) dei carabinier­i poi definì il la ruspa sormontata da un cannoncino artigianal­e trovata nel Padovano, a Casale di Scodosia, il 2 aprile 2014 come un manufatto non da guerra.

Il filone sulla presunta associazio­ne sovversiva dei venetisti che volevano occupare piazza San Marco a Venezia sul «tanko» arriva dalla Corte d’Assise di Brescia che, lo scorso ottobre, s’è dichiarata incompeten­te per territorio, accogliend­o la richiesta di numerosi avvocati difensori.

Il fascicolo è stato così spedito a Rovigo, dove c’era già quello sul tanko. Tre i polesani imputati: Maria Luisa Violati, barista di Lendinara, il compagno Marco Ferro, operaio di Arquà Polesine ed Erika Pizzo, anche lei barista. I tre furono incarcerat­i nel 2014 per partecipaz­ione ad associazio­ne terroristi­ca, poi riqualific­ata in associazio­ne sovversiva.

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Vittima e carnefice Miranda Sarto, 82 anni, fu trovata morta in casa Il nipote Gino Sarto, 69 anni, accusato dell’omicidio, è morto in ospedale
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