Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sabato l’area del Tribunale sarà off-limits Attese proteste per l’udienza ai «Serenissimi»
Preliminare del processo per il tanko venetista. Tre polesani tra gli imputati
La zona attorno al Tribunale sabato sarà chiusa al traffico per l’udienza preliminare che riguarda il «tanko» artigianale dei Serenissimi e l’associazione secessionista «L’alleanza» ritenuta sovversiva dalla Procura. La misura di sicurezza, con tanto di forze dell’ordine a presidiare le vie Mazzini e Verdi, è stata presa perché è annunciato l’arrivo da Brescia di tre pullman di simpatizzanti degli imputati, in tutto 46, quasi tutti residenti in Veneto e Lombardia. Sono 18 per il tanko ed i restanti 28 per l’associazione sovversiva.
Per elevare il livello di sicurezza in occasione dell’udienza preliminare di sabato davanti al Gup Alessandra Martinelli, all’ingresso del Tribunale è arrivato un «metal detector» ancora in rodaggio. Da quel che trapela, l’accesso alle vie Mazzini e Verdi non sarà autorizzato ai manifestanti.
Per Rovigo, in realtà, la presenza di simpatizzanti dei secessionisti ribattezzati «venetisti» non è una novità. Nell’aprile 2016 una ventina di manifestanti del «Comitato liberazione nazionale Veneto» protestarono davanti al Tribunale rodigino dove si stava svolgendo un incidente probatorio sull’ offensività bellica del «tanko». La perizia dei Ris (Reparto investigazioni scientifiche) dei carabinieri poi definì il la ruspa sormontata da un cannoncino artigianale trovata nel Padovano, a Casale di Scodosia, il 2 aprile 2014 come un manufatto non da guerra.
Il filone sulla presunta associazione sovversiva dei venetisti che volevano occupare piazza San Marco a Venezia sul «tanko» arriva dalla Corte d’Assise di Brescia che, lo scorso ottobre, s’è dichiarata incompetente per territorio, accogliendo la richiesta di numerosi avvocati difensori.
Il fascicolo è stato così spedito a Rovigo, dove c’era già quello sul tanko. Tre i polesani imputati: Maria Luisa Violati, barista di Lendinara, il compagno Marco Ferro, operaio di Arquà Polesine ed Erika Pizzo, anche lei barista. I tre furono incarcerati nel 2014 per partecipazione ad associazione terroristica, poi riqualificata in associazione sovversiva.