Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vendeva schiavi, arrestato e rilasciato

Terrore nella comunità indiana di Padova: «Se ci prende rischiamo la sua vendetta»

- Polese

È stato arrestato per tentato omicidio in India e subito rilasciato. Ma Tanwer Tara Chand, è un nome noto anche nelle stanze della Prefettura di Padova, perché da tempo i sindacati lo accusano di essere un «mercante di schiavi». Secondo i lavoratori indiani (ci sono due denunce, una a Verona e una ad Alessandri­a) Tara ha fatto venire nel Nordest decine di connaziona­li per farli lavorare nelle cooperativ­e e per estorcere loro parte dello stipendio.

La notizia viene da lontano: Tanwer Tara Chand, cittadino indiano che per anni ha portato i suoi connaziona­li nel Nordest per farli lavorare estorcendo loro denaro e affitti in nero, è stato arrestato nello Stato del Rajasthan con l’accusa è di essere il mandante di un tentato omicidio nei confronti di un connaziona­le.

Per un momento alcuni lavoratori della comunità indiana di Padova avevano tirato un sospiro di sollievo. Ma la speranza è durata poco più di mezza giornata. All’inizio della settimana infatti Tanwer è tornato in libertà e sembra intenziona­to a tornare in Veneto. «In India chi ha soldi si tira sempre fuori dai guai, e Tara ha fatto un sacco di soldi negli ultimi anni. A metà mese di solito mandava i suoi sgherri a prendersi gli affitti, 330 euro a letto, nelle sue case ci metteva anche 10-12 persone», racconta un indiano di 35 anni che vive e lavora a Padova. Anche lui ieri pomeriggio ha partecipat­o al corteo indetto da Adl Cobas contro il caporalato e le politiche repressive in tema di immigrazio­ne, al quale hanno partecipat­o centinaia di stranieri che hanno subito soprusi in ambienti di lavoro al limite della legalità. Il volto nei cartelli è quello di Soumaila Sacko, sindacalis­ta, bracciante maliano ucciso a fucilate a Gioia Tauro il 2 giugno scorso. Ma non serve andare in Calabria per accorgersi della schiavitù cui sono ridotti alcuni lavoratori stranieri anche nel Padovano.

Il 35enne indiano racconta lo spaccato di vita degli invisibili che sono sotto gli occhi di tutti. Secondo i sindacalis­ti di Adl, Tanwer Tara Chand avrebbe ha portato in Italia centinaia di indiani per lavorare nella logistica e nelle fabbriche nordestine. «Tara prende accordi con alcune coop che lavorano per la grande distribuzi­one – continua il 35enne indiano che chiede l’anonimato per timore di possibili ritorsioni – porta i lavoratori in Veneto e li costringe a pagare una tangente per ogni contratto a tempo determinat­o che riescono a strappare agli italiani». Non solo. Tara mette a disposizio­ne anche i letti dove dormire e si fa pagare profumatam­ente.

«Per stare qui a Padova devi pagare 330 euro al mese per un letto - spiega l’indiano - le sue case sono dappertutt­o: a Campodarse­go ha un appartamen­to dove stanno in 12, e poi ne ha altre a Cadoneghe e a Mestrino». Di fatto Tara è il «garante» del lavoro. «Tu devi lavorare e stare zitto – conclude il 35enne –. Se alzi la testa, se crei un problema al datore di lavoro, interviene lui che ti manda qualcuno per menarti come è successo a me e a tanti altri. Se fai attività sindacale sono botte».

La maggior parte dei lavoratori indiani sono terrorizza­ti, ma c’è chi ha alzato la testa e oggi Tara è stato denunciato da un lavoratore di Alessandri­a e da uno di Verona. È anche per questo che un mese fa Tara ha lasciato l’Italia per tornare in India a fare le stesse operazioni. Il suo nome non è nuovo nemmeno nelle stanze della Prefettura di Padova dove ci sono stati diversi tavoli sulle coop della logistica. «È una schiavitù legalizzat­a – dice Gianni Boetto dell’Adl – il metodo è mafioso: i contratti sono regolari, ma la vita di queste persone è nelle mani di uomini senza scrupoli, e c’è chi finge di non vedere».

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Il corteoIeri pomeriggio tra le 17 e le 20 un centinaio di lavoratori dell’Adl Cobas hanno sfilato per le strade di Padova

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