Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Donazzan contro FI: «Si cambia o si svanisce» Ma Paroli non si dimette: «Sono un arbitro»
La lunga coda polemica delle amministrative non si esaurisce ma i vertici tengono duro
La ferita di Vicenza è infetta e continua a pulsare. Per ora, però, si cerca ancora un funambolico equilibrio. Parliamo di Forza Italia in Veneto, ridotta, alle ultime amministrative, ad esempio a Treviso, al lumicino del 3%. A smuovere le acque, ancora una volta, è l’enfant terrible degli azzurri, l’assessore regionale Elena Donazzan che, nei giorni scorsi, ha chiesto, con una lettera a Silvio Berlusconi in persona, la testa del commissario regionale di FI del Veneto e, per amor di completezza, dell’intero vertice regionale. Va detto che Donazzan non è sola visto che anche il solitamente silenzioso consigliere regionale Massimo Giorgetti pare sulla stessa lunghezza d’onda.
Per la vicentina Donazzan, però, la questione è per forza di cose più personale. Sulla sua candidatura, ad esempio come capolista, nel capoluogo berico, c’è stato un tira e molla che si è concluso infine, con un’esclusione che brucia.«Serve un responsabile regionale che sia rappresentativo
del territorio - spiega Donazzan - per fronteggiare imposizioni dall’alto che hanno portato a questi risultati. Oggi (ieri ndr) non si contano gli amministratori di FI che mi hanno detto “finalmente si fa autocritica”. E basta decisioni calate dall’alto».
A dimettersi, però, Paroli non si pensa proprio: «Un commissario è un arbitro. Le amministrative hanno risentito delle dinamiche nazionali il passo di lato di Berlusconi in favore di Salvini non ha giovato alla visibilità del partito. Ma nel centrodestra, FI è insostituibile. E a chi guarda al partito unico rispondo che dobbiamo restare noi stessi. Soprattutto qui, in un territorio che se smette di essere litigioso può tornare al 15-20%. Lavoriamo insieme».
Ecumenico e garbato come suo uso, Paroli pone l’accento sugli assi da giocare: «Ricordo che Niccolò Ghedini, Renato Brunetta e Maria Elisabetta Alberti Casellati sono tre risorse incredibili e che il drappello dei parlamentari veneti è raddoppiato, ripartiamo da qui».
Anche con la Donazzan? «Ripeto, c’è da lavorare evitando le polemiche che non servono. Ci sono i luoghi deputati, il direttivo regionale, per confrontarci, anche con Elena, certo. Ricordo a tutti, però, che il nostro, come ogni altro movimento politico ha delle regole, si segna nella porta avversaria non nella propria». La risposta della Donazzan ribalta la questione: «Non nascondiamoci dietro un dito, o si cambia o siamo destinati alla consunzione».