Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Censimento rom, il Veneto si divide
Il caso Le parole del vice premier Salvini liberano la rabbia del centrodestra che va all’attacco dei nomadi. Caritas critica Dal sottosegretario Fantinati al capogruppo Berti, M5S contro la Lega: «Basta sparate»
Le parole del viceministro Salvini liberano in Veneto la rabbia del centrodestra contro i rom. Se Zaia si schiera col capo («Giusto accendere una luce»), l’assessore Donazzan parla di «campi nomadi regno dell’illegalità». Altolà del M5S: Berti chiede uno stop alle boutade, il sottosegretario Fantinati chiude al censimento: «Noi siamo altro». Anche la Caritas contro Salvini.
Dopo il pugno duro sull’affaire Aquarius, il ministro dell’Interno scuote nuovamente l’Europa annunciando un «censimento per i rom». Da declinarsi, poi, come censimento anche per l’altra etnia nomade, quella dei sinti. «Mi accusano di razzismo? Io non mollo, tiro dritto» twitta, tonico, il titolare del Viminale. Di ieri il richiamo alle regole comuni da rispettare del commissario Ue Pierre Moscovici e, più secco, il portavoce della Commissione Ue Alexander Winterstein: «Non si può espellere un cittadino comunitario sulla base della sua etnia. È super chiaro che non è legale».
Poco male, i sondaggi continuano a dar ragione a Salvini e il centrodestra, compatto, in Veneto, fa quadrato intorno al suo leader indiscusso. L’endorsement più caloroso arriva, forse, da Elena Donazzan, assessore regionale di Forza Italia: «Concordo con la proposta del ministro. Per troppi anni in Italia è stata tollerata la presenza di campi nomadi equiparabili a vere e proprie roccaforti del degrado e dell’illegalità». Per Donazzan il focus, però, sono soprattutto i bambini: «Particolare attenzione deve essere dedicata ai bambini a cui, troppo spesso, non è concessa la possibilità di andare a scuola. Partiamo dall’anagrafe scolastica: se un bambino italiano non frequenta, lo Stato arriva a togliere la patria potestà. Perché questo non dovrebbe valere anche per rom e sinti?».
E anche il governatore Luca Zaia punta sui più piccoli, premettendo prudente: «Chiaro che non c’è nessuna iniziativa di censimento dei rom. C’è solo un Osservatorio che sta studiando il fenomeno, al quale si legano i temi delle persone fragili, dei bambini ai semafori, degli abusi, dell’accattonaggio». Più prudente di Salvini («Purtroppo il 90% dei rom è italiano e tocca tenerceli») Zaia mette in chiaro: «Non dico assolutamente che i rom siano una comunità di incivili, ma trovo giusto che il ministro degli Interni voglia accendere la luce per capire, sottoponendo anche i bimbi ai controlli dovuti. E non siamo in presenza di leggi razziali, che non approverei mai». Si accoda anche il consigliere regionale Stefano Casali di Centrodestra Veneto: «Non solo i Rom vanno censiti, ma tutti i soggetti che sono sul suolo nazionale. Salvini ha ragione».
Di diverso avviso - e non è la prima volta che i due alleati nel governo pentastellato si trovino su posizioni opposte i vertici del Movimento Cinque Stelle veneto. Il capogruppo in Regione, Jacopo Berti parla di «boutade elettorali a ripetizione» e di temi «utilizzati in modo strumentale». Berti non pesa le parole commentando l’ultima uscita di Salvini: «Credo sia impensabile andare avanti così, boutade elettorale dopo boutade elettorale senza soluzione di continuità. E non è così che si dettano i temi per l’agenda di governo. La questione vera è il binomio illegalità-legalità. E la lotta alle sacche di illegalità, di qualunque specie siano, va fatta. Anche per rispetto ai cittadini onesti. Certa è poi anche la necessità del superamento dei campi rom. Detto questo, è chiaro a chiunque che nessun censimento su base etni- ca è un’ipotesi minimamente praticabile». Dalla Camera il neo deputato Alvise Maniero sceglie l’ironia e fa una proposta: «E’ lapalissiano che ogni popolazione vada censita, escludendo naturalmente elementi come l’orientamento sessuale, religioso o di etnia. Non oso interpretare le parole di Salvini, esistono anche norme internazionali. Spero abbia confuso il termine e non intendesse altro. Piuttosto, proporrò di attivare il sistema di registrazione dei nuovi nati direttamente in ospedale, questo sarebbe una tutela per tutti i neonati. E quanto alle uscite di parte del governo, posso solo dire che da sindaco sono stato orgoglioso di celebrare la prima unione civile di due donne, ecco, questo è lo spirito con cui vivrò i miei 5 anni da deputato». Ancora più netta la collega Francesca Businarolo: «Salvini si attenesse al contratto di governo, questa uscita sui rom non mi è piaciuta e comunque è un pensiero solo suo. Fermo restando che chi delinque paga, italiano o straniero che sia. Facciamo piuttosto come in Germania dove in carcere, per ogni reato di spaccio c’è un incarcerato colletto bianco, ripuliamo il paese da chi lo affama. E poi, sulla criminalità associata ai rom, io vedo solo dati in calo».
Stesse posizioni per il sottosegretario del M5S Mattia Fantinati: «La base dell’impegno che ci siamo presi con gli italiani è il contratto di governo. In 5 anni, speriamo anche meno, abbiamo obiettivi da realizzare. Sul resto non voglio neppure commentare - e conclude lapidario - Noi non siamo la Lega».
” Zaia (Lega) Non dico assolutamente che i rom siano una comunità di incivili, ma trovo giusto che il ministro dell’Interno voglia accendere la luce per capire
” Maniero (M5S) La vera tutela dei minori passa per la registrazione dei nuovi nati direttamente in ospedale. Quanto all’uscita di Salvini, spero abbia confuso le parole