Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
GIUSTIZIA, L’IMMANE SFIDA
«S iamo ad un passo dal blocco totale, siamo vicini alla paralisi»: con queste parole riportate ieri sui quotidiani, la Presidente della Corte d’Appello di Venezia ha pubblicamente descritto la situazione in cui versa la generalità degli Uffici Giudiziari della Regione, che, ancora una volta, attraverso la voce di coloro che a livello apicale hanno il compito di amministrare la giustizia ed organizzarne il servizio in Veneto, appare in tutta la sua catastrofica negatività. È poi particolarmente significativo e, per qualche verso, inquietante che ciò avvenga in un’occasione certamente positiva di collaborazione con gli organi regionali, i quali, come è lodevolmente già avvenuto in passato, hanno manifestato sensibilità e interesse per tali problemi, tanto da prestarsi alla sottoscrizione di tre protocolli d’intesa mirati ad offrire un qualche supporto alle carenze endemiche di personale amministrativo. Passano gli anni, cambiano i capi degli uffici, si rinnovano gli organi di governo autonomo della magistratura, si insediano nuovi governanti, ma il refrain non muta; restano cioè insolute le tre grandi questioni che impediscono un minimo decoroso adeguamento della risposta istituzionale alla domanda di giustizia di un Paese civile, con una durata ragionevole dei processi civili e penali, e tempi di accertamento delle responsabilità penali contenuti entro le soglie della prescrizione dei reati.
«Sono felice per Franco Birolo, un motivo in più per evitare ad altri quel calvario». A dirlo è Andrea Ostellari ( foto) leghista padovano, classe ‘74, avvocato, nominato ieri presidente della Commissione Giustizia del Senato. Un altro veneto in un ruolo chiave a Roma. Proprio la legittima difesa, conferma Ostellari, sarà in cima alla lista delle priorità. «Come si cambia la norma? Colpendo i veri criminali e difendendo i cittadini. Occorre lasciare che il soggetto, all’interno della sua abitazione o del luogo di lavoro, possa difendersi perché oggi lo Stato non riesce più a prevenire determinati delitti. Nessuna voglia di creare pistoleri, ma dobbiamo lasciare che un italiano reagisca e si difenda senza finire a processo». (