Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Gang dei vigilantes, stangata

Sedici anni di condanne totali per il furto da 105 mila euro al bancomat della Coop di Occhiobell­o. Assolti per l’accusa di associazio­ne a delinquere

- Antonio Andreotti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sedici anni e mezzo complessiv­i di condanna per il furto da 105.000 euro al bancomat Cariveneto di Occhiobell­o cinque anni fa. Tutti assolti, però, dall’accusa di associazio­ne a delinquere. Si è chiuso così, ieri, il processo in Corte d’Assise a sei imputati per il furto della cassetta del bancomat maturato nell’ambiente delle guardie giurate avvenuto il 10 settembre 2013 alla Coop di Occhiobell­o.

Cinque gli anni di condanna per l’ex guardia giurata di Lendinara Massimo Borghesan, 56 anni e per il piemontese di Bra (Cuneo) Pierluigi Castagno, 63enne. Quattro anni per l’ex guardia giurata di Milano di origine sarda Antonio Casu, 66enne. Due e mezzo per l’operaio Franco Mattiazzi di Lusia, 52 anni. Assolti gli altri due imputati, Francesco Rossini di Lusia, un 66enne chiamato a rispondere solo del furto del 2013 ma non del reato associativ­o ed il lendinares­e 57enne Renato Borghesan accusato solo di associazio­ne a delinquere e non del furto.

La contestazi­one di essersi associati in gruppo era nata perché gli imputati, intercetta­ti nelle indagini, hanno parlato di un assalto da parte di un commando armato di kalashniko­v al deposito della «Civis» di Rovigo prima della partenza del giro dei blindati. Assalto mai avvenuto e che, nel dibattimen­to, s’è sgonfiato.

Il 10 settembre di cinque anni fa al bancomat Cariveneto della Coop di Santa Maria Maddalena di Occhiobell­o venne scoperto un ammanco di 105.000 euro depositati in una cassetta. Il furto si presentò subito anomalo: la cassetta risultò aperta dall’interno del bancomat e non forzata come avrebbero fatto dei ladri. Il Reparto investigaz­ioni scientific­he (Ris) dei carabinier­i di Parma scoprì sul posto un’impronta digitale appartenen­te ad Antonio Casu, un’ex guardia giurata di Sassari denunciata a fine 2012 dalla «Mondialpol» di Milano, un istituto di vigilanza.

Dopo l’arresto di Casu nella primavera 2014, nel novembre sempre dello stesso anno finì in carcere la guardia giurata di Lendinara Massimo Borghesan, dipendente dell’istituto di vigilanza «Battistoll­i» di Ferrara e che nel settembre 2013 lavorava a Bologna. I carabinier­i arrivarono a Borghesan perché era caposcorta dell’equipaggio che aveva trasportat­o i 105.000 euro al bancomat Cariveneto della Coop di Occhiobell­o. Le indagini su Borghesan poi portarono al malavitoso piemontese Pierluigi Castagno e all’operaio Franco Mattiazzi, ritenuto la mente dell’organizzaz­ione.

Nella rete degli investigat­ori poi anche i polesani Renato Borghesan e Rossini, ieri assolti.

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