Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
M5S, la spaccatura si allarga su post-voto e democrazia interna
Nessun chiarimento tra le anime del M5S del Polesine nella riunione tra i Meet Up, convocata da Ivaldo Vernelli e Francesco Gennaro, consiglieri comunali nel capoluogo con la consigliera regionale Patrizia Bartelle. All’ordine del giorno anche la lettera aperta inviata da Cristina Caniato in cui, il 12 giugno scorso, l’ex consigliera comunale adriese invitava Vernelli, critico sulla gestione a guida Di Maio del Movimento, a farsi da parte conclusa l’esperienza consiliare. Caniato non si è presentata alla riunione, come Elena Suman, candidata sindaca ad Adria e Federico Sambinello, consigliere comunale a Lendinara.
«Improprio parlare di diverse sensibilità — osserva Caniato, storica attivista — Non ho titolo per parlare a nome del Movimento, ma posso dire che ne faccio parte da nove anni e non è cambiato. Vernelli parla di battaglia interna, ma non è un partito tradizionale fatto di componenti, ma un progetto che piace o non piace». Vernelli, però, è duro nelle critiche. «Il risultato delle elezioni locali, nel Veneto e ad Adria, è una pesante sconfitta — sottolinea — e la conduzione a livello regionale è fallimentare. La scelta governativa del M5S nazionale, dopo la variazione dello statuto interno del dicembre 2017, impone sempre più scelte verticistiche, che ostacolano o sopprimono il libero confronto interno e il pluralismo».
Caniato condivide il giudizio sull’andamento negativo del voto ad Adria, ma non altro. «Adria non ha espresso consiglieri e, dunque, non ha voce in capitolo — premette — ma i problemi locali stanno in capo ai territori: non interviene lo staff nazionale. Però se in molti non siamo andati a quella riunione è forse perché c’è un rapporto non recuperabile».