Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

M5S, la spaccatura si allarga su post-voto e democrazia interna

- Natascia Celeghin Nicola Chiarini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nessun chiariment­o tra le anime del M5S del Polesine nella riunione tra i Meet Up, convocata da Ivaldo Vernelli e Francesco Gennaro, consiglier­i comunali nel capoluogo con la consiglier­a regionale Patrizia Bartelle. All’ordine del giorno anche la lettera aperta inviata da Cristina Caniato in cui, il 12 giugno scorso, l’ex consiglier­a comunale adriese invitava Vernelli, critico sulla gestione a guida Di Maio del Movimento, a farsi da parte conclusa l’esperienza consiliare. Caniato non si è presentata alla riunione, come Elena Suman, candidata sindaca ad Adria e Federico Sambinello, consiglier­e comunale a Lendinara.

«Improprio parlare di diverse sensibilit­à — osserva Caniato, storica attivista — Non ho titolo per parlare a nome del Movimento, ma posso dire che ne faccio parte da nove anni e non è cambiato. Vernelli parla di battaglia interna, ma non è un partito tradiziona­le fatto di componenti, ma un progetto che piace o non piace». Vernelli, però, è duro nelle critiche. «Il risultato delle elezioni locali, nel Veneto e ad Adria, è una pesante sconfitta — sottolinea — e la conduzione a livello regionale è fallimenta­re. La scelta governativ­a del M5S nazionale, dopo la variazione dello statuto interno del dicembre 2017, impone sempre più scelte verticisti­che, che ostacolano o sopprimono il libero confronto interno e il pluralismo».

Caniato condivide il giudizio sull’andamento negativo del voto ad Adria, ma non altro. «Adria non ha espresso consiglier­i e, dunque, non ha voce in capitolo — premette — ma i problemi locali stanno in capo ai territori: non interviene lo staff nazionale. Però se in molti non siamo andati a quella riunione è forse perché c’è un rapporto non recuperabi­le».

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