Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vendite mascherate centinaia di vittime «Dovete fermarle»

I consumator­i: «Fenomeno in crescita»

- Priante

«Il Veneto è diventato il distretto della delinquen- za», dice Franco Conte, del Codacons, commentand­o l’inchiesta sul sistema di ven- dita messo in piedi da un call center di Padova. «È un meccanismo noto, utilizzato da diverse società e le vittime sono centinaia», spiegano le associazio­ni.

«Il Veneto è diventato il distretto della delinquenz­a: è ora di mettere un freno», commenta Franco Conte, il presidente regionale del Codacons.

Ieri il Corriere del Veneto ha raccontato il sistema di vendita messo in piedi da una società (Casaconven­ienza Group) che ha sede in un condominio nella periferia

 Codacons Molte di queste società hanno sede qui: del Veneto ci si fida

di Treviso, ma che in realtà opera attraverso un call center attivo in un monolocale a Padova. I telefonist­i contattano centinaia di donne (soltanto operaie, casalinghe o pensionate) con la scusa di un sondaggio - «Ma non ce ne frega niente di quello che rispondono», spiegava la responsabi­le - e prendono un appuntamen­to per la consegna di una tessera-sconti con l’unico obiettivo, in realtà, di spingerle a firmare un contratto che le impegna all’acquisto di quasi tremila euro di prodotti per la casa. Si tratta di un meccanismo che le associazio­ni dei consumator­i hanno imparato a conoscere alla perfezione.

«Le chiamiamo “le truffa del catalogo” e ci arrivano continuame­nte nuove segnalazio­ni - prosegue il presidente del Codacons - perché spesso queste società hanno sede proprio nel nostro territorio». Perché proprio qui? «Il Veneto offre un’immagine rassicuran­te, onesta. Una società che opera da questa regione, appare più affidabile di una con base, ad esempio, nel Sud Italia. Il risultato è che la gente abbassa le difese, si fida, e poi resta fregata».

Un fenomeno «in crescita esponenzia­le», assicura Valter Rigobon, segretario regionale di Adiconsum: «Negli ultimi quattro anni, non passa settimana senza che qualcuno si rivolga a noi lamentando di aver firmato un contratto di acquisto dietro la promessa di ricevere un regalo. Casaconven­ienza la conosciamo bene, ed è una di queste società».

Tra le prime associazio­ni a denunciare il bluff dei call center, c’è la Casa del Consumator­e della provincia di Vicenza. La delegata, Elena Bertorelli, spiega che «la tecnica è quasi sempre la stessa e si divide in tre fasi. La prima è l’appuntamen­to preso dalla telefonist­a con la scusa di consegnare un premio. A casa della vittima si presenta poi un ragazzo dai modi cortesi e rassicuran­ti, che agisce in fretta, spesso senza neppure entrare, e fa firmare un foglio. Infine, la terza fase, quella decisiva: scaduti i quindici giorni entro i quali è possibile recedere, si presentano i venditori che, in genere con fare molto aggressivo e sventoland­o una copia del contratto sottoscrit­to, pretendono che la firmataria scelga il prodotto da acquistare e lo paghi».

Una rete nella quale cadono solo i più sprovvedut­i? Non proprio. «Le prime due fasi - spiega Bertorelli - avvengono in un clima di leggerezza, come se la sottoscriz­ione contestual­e alla consegna del regalo sia qualcosa di poco conto, una prassi. Per questo la maggioranz­a delle donne finisce nel tranello: è convinta di non aver firmato nulla di importante».

Le vittime sarebbero centinaia ogni anno. Le associazio­ni dei consumator­i dicono di riuscire, in genere, a ottenere l’annullamen­to del contratto. «Basta una lettera del nostro avvocato e la società alza subito bandiera bianca», assicurano. Ma per le forze dell’ordine è difficile perseguire i responsabi­li. «Nella maggioranz­a dei casi conclude Rigobon - coloro che hanno subito il raggiro si accontenta­no di ottenere le rescission­e del contratto senza dare seguito alla denuncia. Il risultato è che per ogni vittima che se la cava, ce ne sono altre che si rassegnano a pagare».

 Adiconsum Da anni, ogni settimana ci arrivano nuove segnalazio­ni

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Al lavoro Due telefonist­e in un call center (foto archivio Lapresse generica non legata alla notizia)

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