Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Vip e politici per la prima dell’Arena
L’inedita Carmen del regista argentino Hugo de Ana ha inaugurato ieri sera la stagione lirica dell’Arena di Verona, fra vip e politici.
Iflash li colgono tutti e tre, insieme, all’ingresso della Gran Guardia, intorno alle otto e mezza di sera, mentre c’è quel venticello che spettina. L’occasione è la prima della Carmen che inaugura la stagione lirica all’Arena di Verona. Tesa come una corda di violino, e d’altronde l’emozione è sincera, i primi onori di casa li fa la sovrintendente dell’Arena Cecilia Gasdia, in abito grigio. Il sindaco Federico Sboarina, insieme alla moglie Alessandra, prende subito parte al quadro. E il quadro lo completa il neo ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, che assicura «Un ruolo centrale per l’Arena» e che aggiunge: «La cultura è il primo motivo per il quale gli stranieri ci scelgono. Dico di più: in un orizzonte temporale al 2030 l’elemento che crescerà più di tutti dal punto di vista turistico è proprio quello culturale».
A rappresentare il governo, però, ci sono anche la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati e Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia che, da veronese, gioca in casa così come il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Mattia Fantinati. Sono loro le star del tradizionale cocktail della Gran Guardia affollato anche di industriali, imprenditori, artisti, volti della città e non. Volti messi in piega per l’occasione, come gli abiti, spesso stampati, agitati da colori e disegni che chiamerebbero più l’uscita di giorno che di sera, ma tant’è. Volti inaspettati, come quello di Gabriele Muccino: «Sono qui per curiosità, diciamo così. È la mia prima volta in Arena per l’opera. Stamattina (ieri per chi legge ndr) sono potuto entrare nell’anfiteatro direttamente dal palco e ammirarne l’immagine oltreché l’acustica. Se girerò qualcosa a Verona e in Arena? No comment».
Ipotesi, sussurri a commentare senza soluzione di continuità mise delle signore e strategie di governo. Poi, però, si va in scena e a parlare è la bella zingara di Bizet. In scena per 13 serate fino al 31 agosto, l’allestimento di Carmen con la regia di Hugo de Ana proietta la vicenda negli anni Trenta del ‘900. Più moderna, la volitiva protagonista, più libera al punto di vestire i panni di un torero nella Plaza de Toros, un’arena nell’Arena. Libera anche nella morte. La messa in scena si impreziosisce delle nuove coreografie di Leda Lojodice. E poi, sul palcoscenico è un trionfo di prime volte, debuttano il giovane direttore Francesco Ivan Ciampa, e anche i due protagonisti: Anna Goryachova, nel ruolo di Carmen, e Brian Jadge (Don José). Al debutto pure Micaela, interpretata da Mariangela Sicilia. Escamillo è Alexander Vinogradov. Prime volte graziate all’ultimo da un meteo incerto. Una serata inaugurale dedicata alla memoria di Tullio Serafin per il cinquantenario della scomparsa dello storico direttore d’orchestra che tenne a battesimo il Festival areniano nel 1913, scoprendo molti talenti. Su tutti, Maria Callas. Infine, la musica lirica per la prima volta ha voluto dare un segno di come la cultura sappia interpretare bene la realtà. Così Carmen, forse il più famoso femminicidio nella storia, è diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne: un posto lasciato vuoto in platea, e un mazzo di 32 rose rosse, a ricordare i casi di femminicidio dall’inizio del 2018.