Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Troppi antitumorali Indagati otto medici
Malata terminale colpita da ansia e stress
Non solo sono coinvolti in una causa civile di risarcimento danni, che è tutt’ora in corso, ma ora sono anche sotto indagine con l’accusa di lesioni colpose.
Ha avuto uno sviluppo penale la vicenda che vede protagonisti otto medici dell’ospedale di Adria ed una 52enne polesana, di professione sanitaria, ammalata di un tumore incurabile. La donna sostiene di esser stata curata con un sovradosaggio antitumorale a sua insaputa all’ospedale di Adria in spregio al protocollo terapeutico da lei seguito, e ha chiesto i danni ad otto medici ed all’Usl 5 perché le hanno provocato ansia e stress. Ora gli otto medici sono iscritti nel registro degli indagati. Oltre a respingere la richiesta di archiviazione, il gup ha chiesto al pm una consulenza tecnica.
I disagi lamentati ad Adria dalla 52enne, assistita dall’avvocato Alessandro Micucci e dalla psicologa forense Barbara Bononi, sono cominciati nel 2014. La donna è arrivata al nosocomio adriese dopo aver iniziato, nel 2008 ad Aviano, il protocollo medico sperimentale «Beatrice», che ha il solo scopo di rallentare l’aggressione delle cellule tumorali. Contenta dei risultati del protocollo, la 52enne si rivolge all’ospedale di Adria per essere più vicina a casa. Dopo 11 somministrazioni di farmaco antitumorale ad Adria, nel 2015 la signora resta vittima di un’intossicazione che riesce comunque a superare. La paziente porta le cartelle cliniche all’Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova dove, con sua grande sorpresa, vengono riscontrati dei sovradosaggi. Da qui la decisione di chiedere i danni ad otto medici, oltre che all’Usl 5.