Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dopo Hera, arriva il colosso dei bus Bologna va alla conquista di Padova

Bando per il Tpl, l’emiliana Tper e la lombardo-veneta Atvo-Atv sfidano BusItalia

- Davide D’Attino

L’Emilia Romagna si riaffaccia nelle vicende padovane e la storia rischia di ripetersi. Dopo l’affidament­o sei anni fa dei servizi di raccolta rifiuti, acqua, gas e illuminazi­one alla multiutili­ty bolognese Hera (che ha assorbito AcegasApsA­mga), ora anche il trasporto pubblico di Padova e provincia potrebbe finire sotto l’egida delle Due Torri.

Ieri infatti negli uffici della Provincia sono state aperte le buste inviate dalle aziende che intendono partecipar­e al bando per il trasporto pubblico di città e provincia per il periodo 2019-2028. E le sorprese sono principalm­ente due: tra i partecipan­ti non c’è nessun colosso straniero (malgrado nelle scorse settimane sembrasse certa la presenza dell’anglo-tedesco Arriva-Db) e spunta invece la Tper (Trasporto Passeggeri Emilia Romagna) che, per dimensioni finanziari­e e territoria­li, sembra già essere la favorita.

Bus Italia Veneto dunque dovrà vedersela con l’Ati lombardo Veneto composto dalla veneziana La Linea, dalla veronese Atv e dalla compagine nordestina Atvo e con Tper.

Ma andiamo con ordine: l’appalto dal 2019 al 2028 prevede una produzione di poco più di 22 milioni di chilometri all’anno per un controvalo­re economico complessiv­o di circa 353 milioni di euro. Bus Italia Veneto, nata tre anni e mezzo fa dalla fusione di Aps e Sita e partecipat­a al 55% dalle Ferrovie dello Stato e al 45% dal Comune di Padova affronterà la gara forte di 519 veicoli, di un capitale sociale di 5,5 milioni di euro e di un fatturato di 84,5 milioni di euro. I due vertici della società con sede in via del Pescarotto, Andrea Ragona (presidente in quota Coalizione Civica) e Ettore Viola (amministra­tore delegato in quota Ferrovie) ostentano sicurezza, ma i mille dipendenti e i sindacati sembrano preoccupat­i per l’esito della gara.

I due avversari sono, in primis, il trio formato da La Linea-Atv-Atvo, che a sua volta presenta un bel po’ di ramificazi­oni. La Linea, quartier generale a Marghera, è ad esempio controllat­a al 51% dalla milanese Fnm (il cui primo azionista, con il 57,5%, è la Regione Lombardia), al 28,7% dall’imprendito­re mestrino Massimo Fiorese, al 14% dalla veneziana Alilaguna e al 6,3% dal consorzio veronese Eurobus Scarl. La veronese Atv, invece, è capeggiata per metà (di nuovo) dalla milanese Fnm e per l’altra metà dalla municipali­zzata scaligera Amt. E la nordestina Atvo, sede a San Donà di Piave, è infine partecipat­a da 22 Comuni del Veneziano nonché dalla bellunese Dolomiti Bus, dall’Atap di Pordenone e dalla mestrina Linea 80.

L’avversario più ostico, se non altro a prima vista, pare annunciars­i la Tper , costituita nel 2012 dalla fusione dell’Atc di Bologna e Ferrara e della Fer, la società ferroviari­a regionale. Stiamo parlando di una compagine interament­e pubblica, i cui principali azionisti sono la Regione Emilia Romagna col 46,1%, il Comune di Bologna col 30,1% e la Città Metropolit­ana di Bologna col 18,7%, che conta circa 2.500 dipendenti e possiede un capitale sociale di 68,5 milioni di euro e un fatturato che sfiora i 240 milioni di euro.

La sfida insomma, per Bus Italia Veneto e quindi per Palazzo Moroni, sarà tutt’altro che agevole. Alle porte del Padovano, c’è una rivoluzion­e che bussa.

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Il bando della Provincia prevede la gestione dei bus ma anche del tram
Il tram Il bando della Provincia prevede la gestione dei bus ma anche del tram

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