Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Castagna: «Più centri imprese a est Banco Bpm punta al 10% del mercato»

Stasera a Verona la kermesse conclusiva con gli imprendito­ri dopo il tour a Nordest

- Gianni Favero

Più referenti e centri imprese nelle aree più scoperte del Veneto orientale, da Vicenza a Treviso. Per mettere sul tavolo delle imprese venete, un anno dopo la liquidazio­ne di Veneto Banca e Bpvi, in una regione dominata da Intesa Sanpaolo, l’alternativ­a del terzo polo bancario. Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato di Banco Bpm, chiude stasera al Teatro Filarmonic­o di Verona, davanti a 700 imprendito­ri attesi da tutto il Triveneto, il tour sui territori su cui punta il nuovo gruppo bancario. E che ha avuto un focus particolar­e sulle aree del Veneto al di fuori di Verona. Che risultati avete visto?

«Negli ultimi mesi siamo andati a visitare le città per vedere come fosse percepita la nuova realtà Banco Bpm e come funziona il business, ora che è stato creato il terzo polo bancario italiano. Devo dire che siamo soddisfatt­i e notiamo un buon entusiasmo, mano a mano che si va avanti. Oggi abbiamo un modello di offerta differente; e, soprattutt­o verso le aziende, molte frecce in più al nostro arco. C’è grande attenzione verso il cliente-impresa, che vuole vedere, dopo i grandi problemi che ci sono stati nel panorama bancario, come un player

nuovo come noi possa giocare rispetto alle grandi banche».

Il Veneto, dopo la liquidazio­ne di Bpvi e Veneto Banca, vede Intesa in un ruolo predominan­te. Che carte potete giocare con le imprese?

«Una certa esperienza in Veneto l’abbiamo anche noi. Ma il Veneto è fatto di tante isole, ogni provincia ha un mix di banche di riferiment­o. Prova ne sia che noi abbiamo su Verona oltre il 20% delle quote di mercato e magari in province altrettant­o importanti navighiamo al 5%-7%. Ovviamente la situazione degli ultimi due anni di Popolare Vicenza e Veneto Banca ci ha dato spazio per aumentare le nostre quote. Anche dove eravamo meno presenti un paio di punti sugli impieghi li abbiamo guadagnati: è successo sia a Vicenza che a Treviso. Ovvio che con Intesa la competizio­ne è con una banca che fa sul serio. Ma mi pare di capire che i clienti apprezzino comunque un’offerta diversific­ata. Vediamo lo spazio per crescere ancora. Dobbiamo essere un po’ più aggressivi e capaci di andare in quelle parti del Triveneto, che ci vedono meno presenti».

La concentraz­ione del credito di Intesa sulle imprese prima affidate anche dalle ex popolari e le difficoltà operative viste sulla migrazione informatic­a stanno portando a voi clienti in più?

«Non è facile muovere le quote di mercato ma qualche effetto lo abbiamo avuto e sicurament­e è stato più evidente ‘prima’ che ‘dopo’ Intesa si facesse carico delle Venete. Oggi stare in un punto intermedio fra banca locale e di grandi dimensioni può però essere un’alternativ­a vincente: questa è la nostra proposta e vediamo che di spazio ce n’è».

Avete offerte particolar­i rispetto ad alcuni precisi settori produttivi?

«Nel mondo corporate abbiamo specializz­azioni settoriali con esperti in tanti ambiti come nel mondo del food & beverage, del biomedical­e, del meccanico e della moda. Cerchiamo un dialogo nuovo con i nostri clienti più rilevanti, con una logica di conoscenza dell’industria nella quale loro lavorano. In Veneto di recente abbiamo creato un plafond da un miliardo dedicato al finanziame­nto delle scorte di magazzino e dell’invecchiam­ento dei prodotti a maggiore valore aggiunto, dai formaggi ai prosciutti. Sta andando molto bene ed è un’operazione che abbiamo replicato anche nel comparto siderurgic­o. Poi sull’estero stiamo crescendo molto e stiamo facendo alcune operazioni che prima singolarme­nte Banco Popolare e Bpm, per dimensioni, non riuscivano a compiere. I clienti stanno apprezzand­o il nostro sostegno sull’internazio­nalizzazio­ne».

Dopo la fine delle ex popolari sul fronte credito si stanno in particolar­e lamentando le microimpre­se. Realistica­mente che si può fare?

«Ovvio che per penetrare quel mondo serva una rete di sportelli capillare, che non abbiamo dovunque, come succede invece a Verona e a Venezia. Ma ci stiamo attrezzand­o: abbiamo messo sul territorio molti sviluppato­ri che cercano clienti prima affidati da banche locali».

Pensate di mettere più centri imprese?

«Sì, ci stiamo pensando seriamente. È un’ottima opportunit­à per crescere più velocement­e. Abbiamo iniziato con gli sviluppato­ri».

Se a fine percorso siete saliti dal 4% al 6%, l’obiettivo a cui tendere qual è?

«La nostra quota di mercato naturale è almeno il 10%. A livello nazionale siamo all’8% ma con tante differenze fra provincia e provincia. In Lombardia siamo già oltre, ma in alcune aree di Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna dobbiamo aumentare».

In tutto questo, il convitato di pietra è la Sga con la gestione del credito problemati­co. Come potrà impattare sul destino delle imprese?

«È una questione molto seria. La Sga nasce per gestire le sofferenze. Ma affrontare il mondo delle imprese è altro. Tenteremo di capire se la Sga si attrezzerà non solo per le sofferenze, ma per contribuir­e insieme anche alla ripresa di quelle aziende, spesso con credito in incaglio per difficoltà temporanee, ma che possono tornare abbastanza facilmente in bonis, sfruttando finanziari­amente la mini ripresa in atto. È cruciale per tante aziende nel Veneto».

” Già guadagnati a Treviso e Vicenza un 2% di quote Saremo più aggressivi

Intesa fa sul serio ma anche noi abbiamo esperienza di questa regione

 ??  ?? Al comando Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato di Banco Bpm in una delle tappe del road show dedicato agli imprendito­ri
Al comando Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato di Banco Bpm in una delle tappe del road show dedicato agli imprendito­ri

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy