Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
TUTTE LE NOSTRE PAURE
L’insicurezza è da tempo divenuto uno stato d’animo diffuso, seguitissimo dai media e perfino coccolato dalla politica, essendo l’insicurezza fonte di insoddisfazione collettiva e quindi di voti detti appunto securitari. Quanto poi l’insicurezza sia realmente giustificata dai fatti o semplicemente temuta non ha poi molto importanza. Perché nei fenomeni sociali ciò che conta è la propria personale percezione.
Già nel 1928 il sociologo americano Thomas diceva che se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze, come avessimo degli occhiali colorati con cui, ciascuno a modo proprio, vediamo ciò che ci circonda.
L’Istat infatti nel suo ultimo rapporto sulla sicurezza dei cittadini usa giustamente il termine percezione e – pur riferendosi al biennio 20152016 – riporta una gran massa di dati che ci dicono alcune cose.
Dicono che la percezione dell’insicurezza rimane stabile mentre addirittura alcune paure sono sentite meno, a parte i furti nelle abitazioni.
Tuttavia sono sempre di più gli italiani che ritengono di vivere in aree a rischio criminalità, un sentimento aggravato dal fatto che il giudizio sulla capacità delle forze di polizia di presidiare efficacemente il territorio è in netto peggioramento. Da cui una vasta gamma di autodifese «fai da te», per proteggere sé stessi ed i propri cari nonché abitazioni e beni.
Anche su questo l’Italia si presenta un paese caleidoscopico, con regioni sentite più insicure e viceversa regioni dove le preoccupazioni e le paure della criminalità sono assai contenute. Lombardia, Lazio, Campania e Puglia mostrano senza dubbio livelli elevati di allarme e di insicurezza.
Se restringiamo lo sguardo al Veneto si può dire che appare una regione alquanto «spaventata»: ad esempio solo il 14 per cento si sente molto sicuro, contro una media nazionale addirittura più alta di due punti. Ancora, in Veneto il 14 per cento, sempre due punti sopra la media, dichiara di non uscire alla sera da soli per timore della criminalità, mentre la preoccupazione maggiore (interessa quasi due terzi della popolazione) riguarda i furti nelle case, mentre la violenza sessuale risulta la fonte minore di timore. Quasi due terzi dei veneti ritiene di vivere in un’area a rischio criminale, mentre l’aspetto più visibile del degrado è ritenuto essere la presenza dei senza fissa dimora.
Inoltre il 18 per cento giudica degradata la zona in cui vive: una percentuale significativa anche se certamente lontana da quel 42 espresso nel Lazio delle immense periferie della capitale. Per il 43 per cento dei veneti inoltre le forze dell’ordine non riescono efficacemente a controllare il territorio per cui conta allora molto il fai da te: non a caso il Veneto è – dopo il Piemonte – la regione con la più alta diffusione di allarmi nelle case.