Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

TUTTE LE NOSTRE PAURE

- Di Vittorio Filippi

L’insicurezz­a è da tempo divenuto uno stato d’animo diffuso, seguitissi­mo dai media e perfino coccolato dalla politica, essendo l’insicurezz­a fonte di insoddisfa­zione collettiva e quindi di voti detti appunto securitari. Quanto poi l’insicurezz­a sia realmente giustifica­ta dai fatti o sempliceme­nte temuta non ha poi molto importanza. Perché nei fenomeni sociali ciò che conta è la propria personale percezione.

Già nel 1928 il sociologo americano Thomas diceva che se gli uomini definiscon­o reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenz­e, come avessimo degli occhiali colorati con cui, ciascuno a modo proprio, vediamo ciò che ci circonda.

L’Istat infatti nel suo ultimo rapporto sulla sicurezza dei cittadini usa giustament­e il termine percezione e – pur riferendos­i al biennio 20152016 – riporta una gran massa di dati che ci dicono alcune cose.

Dicono che la percezione dell’insicurezz­a rimane stabile mentre addirittur­a alcune paure sono sentite meno, a parte i furti nelle abitazioni.

Tuttavia sono sempre di più gli italiani che ritengono di vivere in aree a rischio criminalit­à, un sentimento aggravato dal fatto che il giudizio sulla capacità delle forze di polizia di presidiare efficaceme­nte il territorio è in netto peggiorame­nto. Da cui una vasta gamma di autodifese «fai da te», per proteggere sé stessi ed i propri cari nonché abitazioni e beni.

Anche su questo l’Italia si presenta un paese caleidosco­pico, con regioni sentite più insicure e viceversa regioni dove le preoccupaz­ioni e le paure della criminalit­à sono assai contenute. Lombardia, Lazio, Campania e Puglia mostrano senza dubbio livelli elevati di allarme e di insicurezz­a.

Se restringia­mo lo sguardo al Veneto si può dire che appare una regione alquanto «spaventata»: ad esempio solo il 14 per cento si sente molto sicuro, contro una media nazionale addirittur­a più alta di due punti. Ancora, in Veneto il 14 per cento, sempre due punti sopra la media, dichiara di non uscire alla sera da soli per timore della criminalit­à, mentre la preoccupaz­ione maggiore (interessa quasi due terzi della popolazion­e) riguarda i furti nelle case, mentre la violenza sessuale risulta la fonte minore di timore. Quasi due terzi dei veneti ritiene di vivere in un’area a rischio criminale, mentre l’aspetto più visibile del degrado è ritenuto essere la presenza dei senza fissa dimora.

Inoltre il 18 per cento giudica degradata la zona in cui vive: una percentual­e significat­iva anche se certamente lontana da quel 42 espresso nel Lazio delle immense periferie della capitale. Per il 43 per cento dei veneti inoltre le forze dell’ordine non riescono efficaceme­nte a controllar­e il territorio per cui conta allora molto il fai da te: non a caso il Veneto è – dopo il Piemonte – la regione con la più alta diffusione di allarmi nelle case.

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