Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il Veneto rinuncia al suo inno
Forzisti e Fratelli d’Italia sulle barricate. Decisivo il no di un leghista. I dem pungono: governatore assente La maggioranza si spacca: non passa la proposta dell’indipendentista Guadagnini. Bagarre in aula
Il Veneto non avrà il suo inno. La proposta di Antonio Guadagnini, alfiere degli indipendentisti in consiglio, ha spaccato la maggioranza ed è finita bocciata. La mossa era stata fatta in commissione Affari istituzionali, approfittando di un ritocco allo Statuto, e aveva avuto successo grazie all’appoggio dalla Lega. Ma quando il testo è arrivato in aula, l’esito è stato diverso. Forzisti e Fratelli d’Italia sulle baricate: è bastato un solo voto leghista per affossare la proposta. Pd all’attacco.
tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, appare solida. «I numeri sono molto buoni, dobbiamo fare in modo che questo non venga compromesso dalla paura», sottolinea Castagna.
In particolare tira molto l’export e chi frequenta i mercati oltre confine si trova con una difficoltà in più. «I clienti ci chiedono in continuazione di spiegare loro cosa succede da noi - racconta Antonello Puggioni della Performance in Lighting di Verona, che ha sedi anche in Germania, Francia, Belgio e Olanda - ed è difficile, perché anche noi non ne abbiamo molta idea. Dobbiamo comunque rassicurare tutti, continuare a proporci come attrattivi. Ormai, noi imprenditori abbiamo imparato a non chiedere aiuto al nostro Paese: ci basta non essere ostacolati, venire liberati di lacci e lacciuoli. Poi, al resto, ci pensiamo da soli».
Un’impostazione che potrebbe condividere anche Franco Zanardi, che ha un’importante fonderia a Minerbe (Bassa Veronese), ed è allo stesso tempo ottimista e fatalista. «Sono per natura positivo, ritengo valga molto di più pensare alla propria impresa e tentare di cogliere le opportunità che ci sono, qualunque sia la situazione». I governi, prosegue Zanardi, «intercettano i sentimenti prevalenti di un Paese, le necessità, le aspettative, anche le illusioni». Le imprese, al contrario, sono costrette a muoversi in un altro campo: «Devono essere resilienti, robuste, incuranti di dove tira il vento».