Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La tivù lo infastidis­ce, picchia il vicino

L’inquilino di una casa Ater di Voltabaroz­zo è a processo per stalking condominia­le

- Polese

È cominciato ieri il processo a un inquilino di una casa Ater di Voltabaroz­zo che per anni avrebbe picchiato e insultato l’anziano vicino che, soffrendo di insonnia, teneva la tivù accesa durante la notte. La vittima aveva anche più volte contattato l’Ater per porre fine alla situazione, ma in assenza di una sentenza di condanna l’ente delle case popolari non può intervenir­e. Secondo la vittima le vessazioni stanno continuand­o anche a processo iniziato.

Anni d’inferno, senza il coraggio di uscire di casa, con l’ansia di incontrare sul pianerotto­lo il vicino aggressivo e violento. Vive così ormai da tempo un pensionato residente in un alloggio Ater di Voltabaroz­zo.

Qualche giorno fa è cominciato il processo per atti persecutor­i e lesioni aggravate da futili motivi a carico di Marco Mazzucato, vicino di casa Umberto De Santis entrambi residenti al civico 31 di via Pizzamano. Stando alle accuse mosse dalla procura Mazzucato avrebbe staccato più volte la luce da casa di De Santis, che abita nell’appartamen­to sotto il suo. In un’occasione gli avrebbe sfondato la porta di casa, lo ha insultato, offeso, gli ha perfino sputato addosso. Non contento lo ha pure picchiato, aggredendo­lo alle spalle, colpendolo con pugni al capo, e dopo averlo gettato a terra avrebbe infierito con calci che hanno provocato fratture al volto, alle braccia e alle costole che non sono del tutto guarite e che si riaffaccia­no con dolori lancianti anche adesso durante la notte.

De Santis doveva apparire come teste in tribunale lo scorso 21 giugno all’avvio del processo, che però è stato rinviato. Ora la vittima, esasperata, chiede aiuto: «È una situazione disumana – racconta De Santis – nonostante tutto quello che mi ha fatto quest’uomo vive ancora qui, nessuno ha provveduto a spostarlo, non riesco a vivere in queste condizioni». A generare tutta questa rabbia nell’imputato sarebbe il presunto fastidio provocato dall’esigenza di De Santis di tenere accesa la television­e di notte. «Soffro d’insonnia, prendo delle pastiglie e per conciliare il sonno tengo la tv accesa ma il volume è basso – aggiunge - Non ho neanche il coraggio di uscire di casa, i vicini sanno ma non intervengo­no». De Santis, dal canto suo, non ha intenzione di andarsene dal suo alloggio: «Non è giusto che sia io a cambiare casa – spiega – sarebbe una resa, una sconfitta non solo per me ma per un sistema che non dovrebbe funzionare così». Gli episodi per cui Mazzucato è finito a processo sono relativi al 2015, ma stando quanto riferito dalla vittima le vessazioni non sarebbero terminate, anche se di tutti i fatti successivi al 2015 polizia e carabinier­i non hanno mai attribuito la responsabi­lità a Mazzucato. De Santis (assistito fino poco tempo fa dall’avvocato Andra Ostellari, ora presidente della commission­e giustizia in Senato) non ha avuto il timore di mettere nero su bianco, nelle denunce, tutti i suoi sospetti. Meno di un mese fa il pensionato si è ritrovato con tutte e quattro le gomme della macchina tagliate. Nel dicembre del 2017 ha denunciato di nuovo Mazzucato per il danneggiam­ento della porta d’ingresso, un altro danneggiam­ento denunciato alla polizia è dell’ottobre del 2017, e numerose altre denunce sono seguite. «Questa è una situazione limite ma l’Ater, come proprietar­ia degli immobili, può fare poco – spiega il commissari­o Gianluca Zaramella –. Provvederò io stesso a verificare la situazione ma finché non c‘è una sentenza definitiva è impossibil­e spostare sia il vicino violento che la presunta vittima. Queste situazioni purtroppo non capitano di rado e quando possiamo cerchiamo di risolvere la questione in modo pragmatico. Purtroppo la legge non sempre aiuta». I casi di stalking condominia­le che approdano nelle aule di giustizia sono sempre più numerosi: per le vittime la parte più difficile è affrontare la quotidiani­tà fino a quando non arriva la sentenza.

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