Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Da tutta Italia per curarsi in Veneto «Raddoppiate le migrazioni sanitarie»
La Corte dei Conti: regione al top anche per l’assistenza a disabili e anziani
Resta la regione che attrae il maggior numero di pazienti dal resto d’Italia, insieme a Lombardia ed Emilia, ma anche quella che introita l’importo più alto di ticket. E’ la fotografia del Veneto scattata dall’ultima relazione della Corte dei Conti sull’andamento della spesa sanitaria nazionale 2017. Nel giro di due anni nella nostra regione il differenziale tra mobilità attiva, appunto l’arrivo di malati da fuori, e passiva, ovvero la fuga di veneti in altri ospedali del Paese, registra un aumento in termini di valore delle cure da 90 milioni di euro a 160 milioni. Le specialità più richieste restano Ortopedia, Oncologia e trapianti. «Alla ricerca di una comprensibile pretesa ad un’assistenza ottimale, tante famiglie fanno ricorso ad una permanente migrazione verso le strutture che ritengano possano offrire una riposta più adeguata alla domanda», scrive la magistratura contabile.
E poiché i rimborsi dalle altre Regioni per la cura dei loro pazienti arrivano un anno dopo, probabilmente questa è una delle voci, insieme all’acquisto di beni e servizi (pesa per il 34,9% e registra un aumento del 6,2%, per un totale di quasi 1,5 miliardi) e personale (29%, pari a 2,7 miliardi di euro), che motiva un aumento della spesa sanitaria del 2,6% (per un totale di 9 miliardi e 683 milioni), decisamente maggiore allo 0,9% di media nazionale. Anche se la spesa pro capite, passata da 1920 a 1973 euro l’anno, risulta la più contenuta al Nord. L’incremento è dovuto pure ai 400 milioni l’anno spesi per gli extra Lea, cioè le prestazioni erogate in più rispetto ai Livelli essenziali di assistenza garantiti in tutta Italia.
E a proposito di ticket, il report sottolinea: «I valori più elevati di compartecipazione alla spesa da parte della popolazione per le prestazioni sanitarie, che riguardano essenzialmente specialistica ambulatoriale e Pronto soccorso, si registrano in Lombardia, con 207,7 milioni di euro, e Veneto, con 156,6 milioni. Per il solo Pronto soccorso al primo posto si colloca il Veneto, con 13,3 milioni, seguito a notevole distanza dall’Emilia, che ne incassa 7,5, e dalla Lombardia, con 5,3». A tale proposito la spiegazione della Regione è che nel resto d’Italia si evidenzia un’evasione del ticket fino al 97%, non riscontrata nel Veneto, dove al contrario da anni è in atto un recupero degli importi evasi.
E’ invece in calo la spesa farmaceutica (-4,8%, cioè 542,6 milioni). Infine la nostra regione è ai primi posti per la spesa associata al sostegno delle categorie sociali più deboli, ovvero poveri, anziani, disabili, tossicodipendenti, alcolisti: 859 milioni. «Nell’ultimo anno non abbiamo mai sottratto risorse alle fasce fragili, anzi, ne abbiamo recuperate — spiega Manuela Lanzarin, assessore al Sociale —. A breve andrà in giunta una delibera a tutela di povertà e inclusione sociale, cui seguiranno una serie di provvedimenti per un importo di circa 3,5 milioni». Sul fronte del contrasto alle dipendenze, il Veneto conta 20mila utenti dei Sert: uno su 4 ha meno di 29 anni. Le 33 comunità terapeutiche (30 del privato-sociale e 3 pubbliche), dotate di cento strutture, ogni anno accolgono 1300 persone con problemi di alcol, stupefacenti e disturbi psichici correlati.
Il report «La spesa è cresciuta e l’incasso del ticket del Pronto soccorso è il più alto: 13,3 milioni»