Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Billy Idol a Padova Il lungo tour del ribelle punk-pop

Domani all’Arena Live il punk pop di «White wedding» e «Eyes without a face», unica data italiana. Sul palco il fedele Steve Stevens. Quattro anni fa l’ultimo disco «Kings & queens of the undergroun­d». Il duetto con Miley Cyrus

-

Leggenda vuole che un giovanissi­mo William Michael Albert Broad, sui banchi di scuola si vide riconsegna­re un compito giudicato con «William is idle» («William è un fannullone»). Quel giorno il ragazzino inglese scelse il suo futuro «nome de plume» e iniziò il suo cammino sulla strada nel punk. Billy Idol, 62 anni, oggi non ha perso nulla di quel mood che gli ha permesso alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, di rendere possibile un ossimoro, fare del punk più pop possibile.Come ha fatto lo dimostrerà in musica, domani sera all’Arena Live di Padova, attigua al Gran Teatro Geox, unica tappa italiana per il musicista inglese (ore 21.45, info www.zedlive.com).

Prima della carriera solista Billy aveva fondato una punk band seminale come i Generation X, che abbandonò per trasferirs­i a New York. Il punk degli esordi incontrò sonorità anni Ottanta, vicine al synthpop, e prese vita, grazie al chitarrist­a Steve Stevens, l’album «Billy Idol» che conteneva hit come White wedding e Dancing with myself. Poi fu la volta di «Rebel yell», uscito nel 1984 (con Eyes without a face, Flesh for fantasy e l’omonima Rebel yell) e ancora «Whiplash smile», che conteneva To be a lover, Don’t need a gun e Sweet sixteen.

Qualcosa si spezzò con l’abbandono di Stevens e arrivò l’ultimo album da classifica, «Charmed life» del 1990. La superstar abituata solo a successi e tour mondiali andò in crisi e, durante un periodo di grave depression­e, sfiorò la morte nel 1994 per overdose di Ghb, un acido. Ma la forza della leggenda del punk rock famosa per la sfacciata spazzolett­a biondo platino, gli addominali scolpiti e il guanto senza dita alla mano sinistra,

non era venuta meno. Idol si dedicò alla famiglia e nel 2005 fece uscire il suo sesto album «Devil’s playground» e, un anno dopo, una compilatio­n

di brani natalizi, «Billy Idol: happy holidays».

Il cantante decise poi di tornare a fare quello che gli era sempre riuscito: infiammare le platee live. Complice il recupero dell’amicizia con Stevens, fondamenta­le per la scrittura dei suoi successi e per i live, si ributtò dal 1999 a

capofitto in un «Neverendin­g

tour» che, grazie anche al revival anni Ottanta di quel periodo (e che ancora tiene), non si è mai interrotto. Quattro anni fa Idol ha deciso di pubblicare un nuovo disco, dieci anni dopo l’ultimo suo lavoro di inediti, «Kings & queens of the undergroun­d» che l’ha riportato a essere un artista «vivo» anche discografi­camente.

A confermare questo suo essere diventato un’icona di un’epoca e di un genere, è stato, due anni fa, il duetto a sorpresa con Miley Cyrus che ha cantato con lui «Rebel yell» indossando occhiali e pantaloni con glitterato il nome del punkrocker del Middlesex.

Domani all’Arena Live si potranno ascoltare tutte le hit della carriera, iniziando però da Shock to the System del «minore» ma evoluto «Cyberpunk» del 1993. Con lui sul palco ci sarà Steve Stevens, chitarra solista, Stephen McGrath al basso, Billy Morrison, chitarra ritmica, Erik Eldenius, batteria, e Paul Trudeau, tastiere e chitarra.

 ??  ??
 ??  ?? Ruggito Steve Stevens, a sinistra, con Billy Idol
Ruggito Steve Stevens, a sinistra, con Billy Idol

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy